Cinerama

Operazione "Ira di Dio".


"Munich", Usa 2005, di Steven Spielberg, con Eric Bana, Daniel Craig, Mathieu Kassovitz, Hans Zischler.1972. Il gruppo terroristico "Settembre nero" si introduce nel villaggio olimpico di Monaco, uccidendo 11 atleti israeliani. Golda Meir ed il Mossad incaricano gruppi di uomini di eliminare segretamente i mandanti dell'attentato. Scatta l'operazione israeliana "ira di Dio".La trama del film è incentrata sugli avvenimenti successivi alla strage dei terroristi palestinesi alle olimpiadi di Monaco, nel 1972. Precisamente, attraverso il punto di vista del protagonista, Avner (un eccellente Eric Bana), agente incaricato di guidare la spedizione punitiva in europa. Ma gli aspetti più rilevanti di questo film, tecnicamente e stilisticamente ai livelli di "Schindler's list" (1993), sono i messaggi che Spielberg, regista di religione ebraica, comunica attraverso la sua opera. Non si schiera Spielberg, o meglio sceglie una terza strada, una strada che non porti alla vendetta ma che comunichi la tolleranza reciproca come unica soluzione al vivere ancora tra le macerie di una guerra infinita. Si oppone all'estremismo dei due schieramenti, non accettando l'idea che la sopravvivenza dell'uno dipenda dall'annientamento dell'altro. Percorriamo il suo pensiero attraverso gli eventi e le azioni dei protagonisti. Il loro dolore aumenta incessabilmente, ed i flashback dell'attentato riemergono costantemente per ricordarlo, quando l'espressione "per sconfiggerli non possiamo più essere tolleranti ma dobbiamo diventare come loro" non è più sopportabile. Oltre all'insensatezza delle vendetta come soluzione, Spielberg ritorna su un concetto a lui molto caro: l'importanza della casa, o meglio la patria, della famiglia e del proprio territorio. Ed è come se ci fosse lui, in quella New York multietnica dove "si può spezzare il pane come se si fosse a Gerusalemme", affermando che sia casa dove si hanno i propri affetti, dove si può vivere con amore reciproco. E come Avner, Spielberg ha scelto la lontananza dal sangue di quel mondo, ma forse non è anche questa una sorta di sconfitta?Nonostante la lunghezza (160 minuti) il film non annoia ma anzi stimola la sensibilità e la voglia di conoscenza di ognuno, non mollando mai l'attenzione della sala.Per saperne di più: Giovanni Minoli questa sera su Rai Tre alle 23:40, per "La storia siamo noi": "La vendetta di Golda".Alcune curiosità: il film si sarebbe dovuto chiamare "Vengeance", dal libro che ha ispirato la sceneggiatura del giornalista canadese George Jonas.