PENSIERI AL VENTO

FINTA CELIACHIA MA BUSINESS VERO


La chiamano "Gluten Sensitivity", è una malattia causata dal glutine di alimenti come pasta, pane, pizza e dolci, ma è diversa dalla celiachia. Da quando, un anno fa, il disturbo è stato codificato da uno studio italo-americano pubblicato su "Bmc Medicine", è diventata quasi una moda: in molti si convincono di soffrirne, fanno autodiagnosi e si convertono ai cibi senza glutine. Una dieta costosa che, se è all'insegna del fai da te, rischia anche di essere inutile o addirittura dannosa per la salute, per esempio nei casi in cui maschera un problema di vera celiachia. A puntare il dito contro un business in crescita è Gino Roberto Corazza, fra i massimi esperti mondiali di celiachia, direttore della prima Clinica medica della Fondazione Irccs San Matteo di Pavia. In un articolo sulla rivista Usa "Annals of Internal Medicine", lo specialista avverte: i numeri della Gluten Sensivity sono tutti da verificare, e chi si autoprescrive alimenti senza glutine va incontro a grossi pericoli. Sedici euro per 1 chilo di lasagne, quasi 10 per una confezione di bucatini, 4 euro e 40 centesimi per 240 grammi di pizza, 3 euro e 99 per 150 grammi di cracker, 6 euro e 41 per 300 grammi di mini-baguette, 3 e 80 per 200 grammi di merendine. Tanto può costare un menù "gluten-free", elencano dal San Matteo. Secondo gli studiosi che hanno acceso i riflettori sulla "falsa celiachia", questa malattia arriva a colpire il 6% della popolazione generale. Dalla letteratura scientifica l'allarme è subito rimbalzato sulla stampa internazionale e ora, stando al quotidiano Usa Today, il 15-25% degli americani preferisce una dieta senza glutine. E il Washington Post riferisce che sono ben 17 milioni gli statunitensi malati di Gluten Sensitivity. I sintomi più comuni del disturbo sono meteorismo, dolori addominali, diarrea, mal di testa, afte in bocca, formicolii diffusi e mente offuscata. Il tutto si traduce in un misto di apatia e svogliatezza che complica le più normali attività quotidiane. Ma i numeri della malattia e le affermazioni in materia che circolano nel grande pubblico «sono senza basi scientifiche comprovate e sicure - assicura Corazza, alle spalle oltre 400 pubblicazioni internazionali sulla celiachia - Le indagini epidemiologiche non sono state ancora fatte e quindi parliamo d'aria, mentre si rischia di alimentare una isteria di massa». Lo studioso pavese non nega l'esistenza della Gluten Sensivity: si tratta di una nuova patologia da studiare e non sottovalutare, precisa, ma neanche da sopravvalutare. «Il tam tam mediatico su questo argomento, negli ultimi mesi - osserva Corazza - è stato massiccio, nonostante l'assenza di esaurienti argomenti scientifici» a supporto. «Non basta l'autodiagnosi per affermare, come hanno fatto alcuni, che in Italia 6 su 100 soffrono di questa malattia», puntualizza l'esperto. Ma tant'è. Ormai molti pazienti, o presunti tali, si autoprescrivono una dieta priva di glutine e comprano prodotti oggettivamente molto più costosi dei normali alimenti. «Farina, grissini, cracker, pasta, pizza e merendine - riportano ancora dall'Irccs San Matteo - costituiscono un business milionario che in pochi mesi ha fatto registrare un boom nelle vendite in farmacia, al supermercato, nelle parafarmacie e nei negozi specializzati nel biologico». Ma «chi utilizza questa dieta senza controllo medico va incontro a rischi elevati - dice Corazza - Per esempio, salta i necessari accertamenti diagnostici per verificare l'esistenza della vera celiachia». E «quest'ultima è una malattia che in alcuni casi è mortale - incalza lo specialista - e può essere accompagnata da patologie importanti come artriti, tiroidite, diabete, osteoporosi, infertilità». «A differenza della celiachia - prosegue lo studioso - non esiste un test diagnostico per verificare l'esistenza della Gluten Sensitivity, nè in Italia nè in altri Paesi del mondo. Mentre l'esistenza della celiachia si conferma con la biopsia intestinale e la ricerca degli anticorpi nel sangue - ricorda - la diagnosi di questa nuova malattia si basa solo sulle sensazioni del paziente ed è quindi necessario che ad occuparsene siano gli specialisti e non i pazienti stessi che, pensando di mettersi al riparo, comprano alimenti senza glutine». Secondo Corazza, l'unico mezzo diagnostico oggi a disposizione è la rilevazione dei sintomi dopo una dieta con e senza glutine, somministrata però all'insaputa del paziente.
-*-Io invece penso e credo che farebbe bene a chiunque non mangiare cibi con il glutine e in modo spropositato si eviterrebbero così male allo stomaco, disturbi gastrointestinali per evitare poi di prendere medicine per il cosidetto bruciore di stomaco in questo periodo TV ne ho contate almeno 5 diverse di pubblicità di queste medicine, poi cibi senza glutine sono davvero buoni e poco pensanti ma nello stesso modo nutrienti io ieri sono andata in una pizzeria dove volendo ti fanno pure la pizza senza glutine e vi assicuro che era davvero buona il gusto non cambia e solo più morbida e digeribile e non ti resta sullo stomaco come una pietra. Quindi anche se non sono ciliaca sono per i cibi senza glutine ehhhh.
, Ciotty