Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
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Abitudini (Immaginifico Post)

Post n°44 pubblicato il 01 Luglio 2009 da je_est_un_autre

Tornare vuol dire anche rituffarsi in quel mondo immutabile ed invariabilmente maschile,  costituito dai pochi locali commestibili del circondario. Uno di questi, naturalmente, è la Bavacchina. Un concentrato di sogni frustrati e di altrettanti fegati ingrossati sempre uguale a se stesso a cui non riesco a rinunciare.


Il primo a venirmi incontro è Acume. Acume è noto per avere una memoria di poco superiore a quella del famoso pesce rosso dentro la sua boccia di vetro. Potete dirgli qualunque cosa, nel giro di quattro secondi l'avrà completamente dimenticata - o al massimo rimasticata e modellata a modo suo.
"Sei qui! Quindi già fatto...eeeehhhh...le date al Nord? Impegni estivi finiti!"
"Veramente abbiamo fatto solo Torino. E siamo appena all'inizio"
"Certo, non c'è bisogno che tu me lo dica. Pensavamo anche di venire a fare un salto, io e...eeeehhhh..."
"Tu e Guido?" (il suo migliore amico, n. d. r.)
"Esatto, io e Guido. Pensavamo di venire...eeeehhhh...in quel posto che dicevi...come si chiama...eeeehhhh...in quel posto in Toscana..."
"Chioggia?"
"Esatto, Chioggia!"
"E' nel Veneto"
"Lo so, non c'è bisogno che tu me lo dica. A metà agosto, vero?"
"Fine luglio"
"Chioggia, Veneto, fine luglio: memorizzato! Vai tranquillo, Lorenzo!"

Poco lontano c'è Andrea. Se ne sta seduto da solo di fianco al bersaglio elettronico delle freccette, malinconicamente spento. Le freccette sono la vera ragione del suo esistere. E' abbacchiato, Andrea, e ha le sue ragioni.
"Mi hanno messo in cassa integrazione. E quel che è peggio è che il campionato è fermo, in estate. Per fortuna ho appena finito di organizzare un torneo per domenica prossima, e sembra che ci sia un buon numero di iscritti. Ci sarai? Ho pensato che potrebbero esserci premi per i primi tre classificati, e anche per l'ultimo"
"Vedo che hai pensato anche a me, quindi"
"Non buttarti giù, Lorenzo: al Torneo della Liberazione non sei andato così male"
"Sono arrivato penultimo, solo perchè Joe ha abbandonato la gara prima della fine"
"Lo vedi, non devi buttarti giù. E comunque saresti andato bene anche al Torneo dei lavoratori del Primo Maggio, e anche al Torneo del Solstizio"
"Avete fatto un Torneo del Solstizio?"
"Una mia idea. Ah, senti, Lorenzo. Il Torneo è domenica 5 luglio, e si chiamerà Torneo del 5 luglio: per avere più iscritti ho convinto Acume a partecipare, ma non credo che si ricorderà. Te ne occupi tu di avvertirlo?"

Dietro il bancone c'è Joe. Joe è il padrone, e per lui i desideri e i gusti del cliente sono solo un incidente di percorso.
"Lovenzo! Ci sono gvosse novità in Bavacchina! Guavda qui: la Ceves alla spina!"
"Cosa? Non ci provare, Joe. Ma dove siamo, a Copenaghen? No no, lascia stare. Sono troppo affezionato a quella bottiglietta marrone. In queste cose sono un conservat..."
"CEVES MEDIA ALLA SPINA PEV LOVENZO!"
"...ore. ...Grazie, Joe"

Poggiato al bancone, quasi una parte dell'arredamento per assiduità, c'è Silvano. Sorseggia lentamente il suo calice, impeccabile come sempre. Completo scuro, nodo della cravatta simmetricissimo, capelli all'indietro in perfetto ordine, che nessuno può azzardarsi a toccare.
"Conrad. Sei qui. Ti va un calice?"
"No, grazie, Silvano. Joe ha già ordinato al posto mio"
Silvano mi chiama Conrad, da sempre. Usa un linguaggio ricercato, e la conversazione con lui prima o poi vira sempre verso quella che è la sua ossessione principale: la teoria del complotto, e la rivoluzione.
"Ebbene? Hai oltrepassato la tua Linea d'ombra?"
"Due volte, Silvano. Una volta per andare, e una per tornare"
"Sei sempre acuto, Conrad. Sei uno dei nostri uomini migliori, lo dico da tempo immemorabile. Ci sarà bisogno di te, nel momento dello scontro finale. Anche se tu sei più uomo d'intelletto, che uomo d'arme"
"Sono felice di saperlo. E lo scontro per quand'è previsto?"
"E' pieno di sbirri, Conrad, non c'è da scherzare. Mi stanno alle calcagna. Ma la durezza delle loro cucurbite e l'espressione bovina mi lasciano tranquillo. Con pochi accorgimenti riuscirò a non farmi sorprendere. Ma dobbiamo essere pronti. Sono ormai parecchi lustri che lo vado ripetendo, Conrad. La giustizia proletaria non può che trionfare"
"E allora salute, compagno Silvano"
"..."
"Che c'è, Silvano?"
"Mi hai guardato i capelli, Conrad. Che succede? Sono in ordine, vero? Non sono scomposti, vero?"
"E' tutto tranquillo, Silvano"
"E allora prosit. Alla vittoria finale"
"Hasta"

Hasta.

 
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