Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
Date la colpa alla mia insonnia

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Retrospettiva (Seconda Parte)

Post n°50 pubblicato il 31 Luglio 2009 da je_est_un_autre

E tuo padre?

Flashback: un secolo prima, da qualche parte. Nessuno sa precisamente dove.
Nasce tua bisnonna paterna. Una mano anonima e notturna lascia la bambina alla Ruota. Un'altra mano la raccoglie. Nessun biglietto, nessun monile, nulla di nulla ad indicarne la provenienza. Nessuno tornerà per riconoscerla.
"Ma non c'era qualcuno che andava a trovarla?" chiedevi.
E tua nonna: "Pare che ogni tanto andasse un uomo. Un uomo distinto, in divisa. Forse un carabiniere"
"E poi?"
"E poi, ad un certo punto, non andò più"
Nata libera e folle (di quel germe di follia che ancora vedi, in certe parti della famiglia) sposa presto Valente, figlio di Antonio figlio di Gaetano, il mitologico trisavolo dall'orecchino ad anello. Di quella casa diventerà l'indiscussa padrona, riempiendola della sua forza e del suo spirito.
"La prima volta che entrai in casa di tuo nonno" diceva tua nonna "rimasi meravigliata. Primo, perchè erano più poveri di noi, e questo non mi sembrava possibile. Secondo, perchè nonostante questo, là dentro parlavano tutti con allegria, e ridevano forte" forse per coprire il brontolio di stomaci sempre troppo vuoti, pensavi tu.
Non ci sono molti modi per affrancarsi dalla povertà, e tuo nonno era davvero un figlio del suo tempo. Affascinato dallo stivale lucido e dalla camicia nera, divenne ben presto uno degli avanguardisti più noti in paese. Appassionato di motociclette, entrò nella Stradale e poi si fece dieci anni di guerra, tra l'Africa e la Russia. Tornato a casa quattro mesi dopo la Liberazione, per un bel pezzo di tempo dovette guardarsi le spalle, in una zona dove nessuno aveva dimenticato, e dove le vendette fioccavano.
Al punto che anche tua madre, già in pieni anni Cinquanta, quando cominciò a frequentare tuo padre, dovette subire i rimbrotti genitoriali:
"Te vèè ambròosa dal fiòl d'un republichèin!" (Ti sei fidanzata col figlio di un repubblichino!)
Il quale figlio d'un repubblichino, non aveva decisamente l'aspetto del figlio di un fascista smanioso di ricalcare le orme paterne, e anche l'idea del matrimonio lo metteva in difficoltà.
Due giorni prima di sposarsi, tua madre bussava alla porta della casa di lui. La futura suocera faceva entrare tua madre, e diceva:
"L'è d'là, ma..."
"Ma cosa?"
"No, l'è che, al s'è mes in vàtta al let..." (No, è che, si è messo sul letto...)
"A let? Stèl poc bàin?" (Si sente poco bene?)
"Sè, al dis c'ag gira un pòoc la tèsta..."
In preda all'ansia, in bagno, tuo padre cercava di dominare le convulsioni.

(Continua. Forse)

 
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