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Date la colpa alla mia insonnia

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Here are the young men (Così ridevano)

Post n°74 pubblicato il 17 Febbraio 2010 da je_est_un_autre

"Sei cambiato. Una volta ci facevi morire dal ridere. Le cose che inventavi. Adesso sei così serio. Cos'è successo?"
Amica mia, lascia stare. Tu non hai nulla a che fare coi miei rimpianti, se ce ne sono.
Ma adesso guardami bene, forza. Guardami dentro gli occhi. Vedi? Quello che c'era, c'è.

 Nel cimitero dei caterpillar, nel fresco delle tre del mattino delle notti di primavera, pisciavate ubriachi dall'alto dell'ultima ruspa.
Avevate salvato la pelle fuggendo a gambe levate dopo avere sporcato con una gomma dell'auto la punta dell'anfibio di un orrido skinhead. Tornando a casa, le polemiche su chi fosse il più vigliacco dei quattro ti scalfivano appena, impegnato com'eri a immaginare l'amore di una piccola ragazza mora che si scatenava sempre, all'interno del locale, quando il DJ metteva su quel brano dei DAF (non osasti mai parlarle).
Ma scacciavi i tuoi languori fermando la macchina nel mezzo di certe straducole di campagna, dove spalancavate gli sportelli con la musica al massimo e ballavate euforici nel buio (ma poi eravate capaci di azzuffarvi per cose vitali, come ad esempio dimostrare che gli Alien Sex Fiend non valevano i Modern English).
Trascinavate covoni nei fossi e facevate il tiro a segno coi cartelli stradali.
Una notte, il troppo vino e il consueto desiderio di stupire e di far ridere ti portò ad immergerti fino alle ginocchia nelle acque del Panaro. Dopo, entrasti nel solito locale con i calzini fradici appesi alle orecchie. Te ne fottevi del compatimento della gente, e per scommessa mettevi su una faccia tutta seria.

Ma tutto questo, tutto, eri convinto servisse a comporre una piccola mitologia personale necessaria alla tua sopravvivenza.
E non hai mai pensato, mai, nemmeno per un momento, che stessi bluffando. E avevi ragione, non lo stavi facendo.
Ci hai pensato dopo, a farti venire il dubbio che stessi fraintendendo la tua vita.

 

 
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