L'atrabilioso

I Dialoghi Impossibili: Io & Arturo (XI)


IO: Ora, io capisco che sia nella natura del gatto scambiare qualsiasi oggetto per un letto, ma addirittura mettersi a dormire sull’affettatrice, mi sembra troppo. ARTURO: Oh, senti. E’ tutta coperta di strofinacci, mica mi stendo direttamente lì dove ci appoggi il prosciutto.  IO: E’ tutta coperta perché qualcuno ha provveduto a farlo, e precisamente da quando è stato rinvenuto pelo di gatto sui salumi. ARTURO: Non mi risulta che un pelo di gatto abbia mai ucciso qualcuno. E’ che ci dormo bene, lì sopra. Si respira aria sana. IO: Perché non posso avere un gatto che dorme dentro una cesta come tutti i felini normali, che sale le scale senza fare drammi, che fa le fusa quando il suo sensibile padrone lo accarezza? ARTURO: Le faccio, le fusa. Semplicemente le faccio piano, sono fusa discrete. Detesto chi ostenta tutte quelle smancerie. IO: Ho notato che i gatti dei vicini accendono sempre un rumoroso motorino, quando il padrone li accarezza. Perché il mio gatto non accende un rumoroso motorino? ARTURO: A giudicare dal carattere e dall’umore di quei due ho la sensazione che il padrone non passi le sue serate ad accarezzarli, ma torturandoli con ferri arroventati. E poi adesso scusa se te lo faccio notare, ma ti ascolti quando parli? “Il mio gatto non accende un rumoroso motorino”. Santo cielo ragazzo mio, per fortuna ci siamo solo io e te, qui: datti una regolata. IO: E’ una squisita metafora, che vuoi saperne tu.  ARTURO: E poi non è vero che non sono affettuoso, ti corro incontro e mi sdraio sempre sul prato ad aspettarti, quando ti vedo arrivare. IO: Sì, mi corri incontro ma sembra quasi che sbagli mira, ti sdrai sempre un po’ più in là come se ci fosse un carezzatore immaginario a qualche passo da me: non so, delle volte mi sembra che mi pigli per il culo. ARTURO: Oddìo, ma perché parli sempre come uno scaricatore di porto? Ogni volta mi tocca fartelo notare. Adesso basta con queste sciocchezze. Senti, hai già affettato il prosciutto per stasera? Sai com’è, ho un po’ sonno.