L'atrabilioso

I Dialoghi Impossibili: Io & Arturo (XVIII)


ARTURO: ...ma se sei stato tu a dirmi di non entrare nella serra.IO: E l'alternativa secondo te è andare sulla serra?ARTURO: Ma quassù si sta bene. Si respira aria buona. Si domina lo spazio circostante e posso anche tenere d'occhio Merda e Culo (*). Non so se ti rendi conto dei vantaggi.IO: Quante sciocchezze. Una di queste volte me la sfondi. Non lo senti che il telo è sottile?ARTURO: Ma io sono leggero. Hai notato che linea?IO: Scendi immediatamente da lì.ARTURO: Ma è possibile mai? Sempre e solo divieti. E' così che vuoi passare la vita, il resto dei tuoi giorni, borbottando e vietando? La vita è già di per sè così noiosa, così insulsa, e tu invecchi perdendo il tuo tempo a vietare e a vietarti. Passi le giornate a lisciarti la barba incattivito rimuginando fra te a quale nuovo divieto promulgare. Chissà quante cose ti stai perdendo, anche in questo momento, ci pensi mai? Dimmi, da quanto tempo non ti fermi ad ascoltare uno stormire di betulle?IO: "Stormire di betulle"?ARTURO: Mi è venuto così.IO: Hai aperto la mia copia di "Zio Vanja"?ARTURO: Come no. Mi ci vedi a girare le pagine?IO: Per l'ultima volta: scendi subito da lì.ARTURO: Ma come? Nemmeno a un gatto cechoviano, concedi una piccola deroga? Giusto quei dieci minuti, un piccolo sonnellino qui sulla mia serra, magari mentre tu metti su il samovar? Eh?(*): i gatti dei vicini, come è noto.