L'atrabilioso

Pillole per non far morire il blog (o per dargli il colpo di grazia, forse)/4


Caro Carmignanis,lei ha ragione, sono monotematico. Se mi avessero detto, nei miei lontani vent'anni, che a cinquanta sarei stato ancora qui ad ascoltare i Joy Division, probabilmente non ci avrei creduto. Forse trovo rassicurante ascoltare sempre le stesse cose, così come i bambini hanno bisogno di sentirsi raccontare la stessa favoletta. Mah.Eppure non è che non mi sia mosso di lì: lei sa bene quanto a trent'anni, e forse anche prima, il rock non basti più, e uno si guarda in giro. Lo dico sempre, sono un ascoltatore indefesso di Radio3, e quindi spaziare ho spaziato. Quello che mi manca è l'applicazione: dopo anni de La Barcaccia o di Radio3Suite non sono ancora in grado di distinguere Vivaldi da Handel o Mozart; faccio confusione tra Rossini e Verdi e per quanto ci provi, l'opera lirica dopo un po' mi fa dormire. Ma ho capito che mi piace la musica barocca, ho scoperto Josquin Desprez, certa musica notturna che mandano a Battiti non  la memorizzo ma accompagna proprio bene il volgere della mezzanotte. Insomma sia lode a quell'emittente, che prova ad aprire un po' gli orizzonti di questo mio testone duro, con musiche del mondo che coprono un arco di settecento anni o giù di lì. Pure, accingendomi a scrivere i dischi che per me davvero contano di più, come vedrà, non si va oltre un sottilissimo filo di pochi anni - quelli della mia gioventù, e non è mica un caso, lo so bene. Ma adesso bando alle ciance e vediamoli, 'sti dischi. Non credo che riuscirò a sorprendela, Carmignanis, almeno tre titoli avrebbe potuto prevederli lei stesso, sia clemente:1) The Cure: Pornography  (1982)Sarà pure il manifesto di una depressione, di una monomania, ma se c'è un disco che ascoltandolo io mi sono riconosciuto, beh, è proprio questo. Ricordo il pomeriggio in cui lo misi sul piatto, com'era la luce nella stanza, gli angoli, le ombre. Insostituibile.2) Joy Division: Closer (1980)Mi bastano i 4 brani del lato B del disco: anche qui, ci sarà pure stato lo zampino furbetto di un produttore a levigare una materia che così a qualche snobbino fa storcere il naso, ma per me è un disco monumentale.3)Christian Death: Catastrophe Ballet (1984)Devo avere rotto le palle a tutto il mondo, con questo disco. Decadente, evocativo, poetico. Dopo si sono persi (e Rozz Williams ci è pure morto), ma erano un gran gruppo.4)Bauhaus: In the flat field (1980)Punk e gotico. Dirompente. E quella voce incredibile.5)Husker Du: Warehouse: Songs and stories (1987)Dove l'energia punk e l'impegno e la militanza si sposano perfettamente con la melodia. Hart e Mould sono stati i McCartney e Lennon di un'altra generazione. Voilà. Approfitto di questo post per augurarle Buon Anno, caro Carmignanis. E come a lei, anche a tout le monde.