L'atrabilioso

Lasciami qui/2


Ci ho pensato su due giorni. Di solito avrei risolto la questione in trenta secondi mandando al diavolo Gaddi e rifiutando l’offerta. Cosa mi trattenga, cosa mi fa esitare non so. Carina è carina, anche se poi si sa che le foto su quegli accidenti di social tradiscono, visto che la gente mette sempre e solo quelle dove si è venuti meglio di come si è; ma non è solo questo e non so cosa sia. Ora, io mi sono dato delle regole, e da quando il mio collega mi ha fatto vedere quella foto non riesco più a seguirle. Vorrei non pensarci e invece la mia testa finisce sempre lì. Gaddi sembra che lo sappia, mi guarda mentre lavoriamo e non dice niente, sorride sornione. Maledetto. - Stronzo di un Gaddi. Ci vado. - Grande, grande, grande! Io lo sapevo, lo sapevo. Anzi, l’hai fatta aspettare anche troppo: lo sai o no che non si fanno aspettare le signore? Vedrai che non te ne pentirai. - Lo spero. - E metti da parte quell’aria da gatto sotto l’armadio. Fatti una bella serata allegra, eh? Racconta delle cose divertenti, falla ridere, le donne si conquistano così. - Allora sono fottuto. - Ahah! Lo vedi che riesci sempre a farmi ridere? sei già sulla buona strada. Oh, poi mi devi raccontare com’è andata! - Non ci contare. - Ah, no, ci tengo! Ou, ricordati che quando arrivi lì sei tu che ti devi far riconoscere, tu hai visto la sua foto, lei no. Fatti onore, tomber de fam! - Sè, vabbè.Arrivo con la macchina all’Ultima Spiaggia, faccio un paio di passaggi avanti e indietro prima di trovare parcheggio, anche per farmi un’idea di cosa mi aspetta. Il locale non sembra affollato come me lo ricordavo. Sarà l’orario. Meno male. Parcheggio, m’incammino, entro. Non c’è molta gente. Due o tre camerieri che ciondolano in giro, pochi tavoli occupati, musica bassa. Il locale lo trovo migliorato. Faccio un passo verso la sala, e la vedo. Occupa un tavolo vicino all’ingresso, ma lei non guarda nella mia direzione. Posso vederle il profilo. Dà un’occhiata al menu, poi alza la testa, forse si volta verso di me; senza quasi accorgermene faccio un passo di lato e distolgo lo sguardo. Quando torno con gli occhi su di lei, sta guardando il cellulare. Ha l’aria concentrata, posso guardarla indisturbato. Lei è. E’, bellissima. Bellissima. I riccioli neri. Il naso perfetto, forse appena lungo. Gli occhi scuri, mi sembra di vederli brillare fino a qui. Sono paralizzato. Assaggio un guizzo alle viscere. Onde formicolanti che si allargano sulle pareti del mio stomaco. La guardo ancora. Sta di nuovo per alzare il viso nella mia direzione. Dovrei andare verso di lei, e invece. E’ lì che succede. Una sensazione che conosco bene. Io che mi vedo da fuori. Dall’alto. Di fianco. Io. Come sono. Cosa sono. Poi una voce dentro che riconosco, la mia. Chiusa all’esterno. Chiusa a tutto. Sono senza scampo. Mi giro, ed esco dal locale. Fuori, solo rumori di traffico.(continua)