L'atrabilioso

Che poi, ragionando


Che poi, ragionando sul passato e riavvolgendo appunto il nastro fino a una sera d'autunno inoltrato di molti anni fa, sei di nuovo, ecco, come allora, nella tua stanza con le pareti verniciate in rosa antico, un colore che quando l'avevi scelto i tuoi ti avevano anche guardato diffidenti come a dire "sei sicuro?", una stanza che non aveva nessun segno distintivo e anzi ti erano rimasti i poster da bambino che ormai erano ridicoli per te già adolescente, una stanza che portava l'odore mai più ritrovato di un mobile riverniciato e scuro e quasi sempre chiuso e lì, sulla mensola, l'unica cosa che contava, il fulcro di un'esistenza, la radio sbilenca che era diventato il centro del mondo e proprio quella sera te la ricordi bene che smanettavi sulla manopolina e d'improvviso ti fermasti perchè eccole, quelle musiche così strane che non avevi mai sentito niente di simile e non le capivi del tutto anzi forse proprio per niente e per questo ancor più fascinose e sentisti da subito che non ti saresti più mosso di lì perchè sentivi, ti sembrava davvero di sentire che quella musica era la tua, che parlava a te, che diceva qualcosa di te che non sapevi, era un riconoscimento, era un'epifania, una scoperta ed era valsa la pena girare su e giù sul tuning dagli 88.5 ai 107.3 e ritorno, per poi approdare esausto come un naufrago appagato e stanco e felice, finalmente, a casa.