L'atrabilioso

I Dialoghi Impossibili: Io, Arturo & la Veterinaria (XXIV)


Sì, lo so, sto diventando monotematico, ma che ci posso fare se l'ambulatorio della veterinaria è diventata ormai la nostra seconda casa? Di Arthur soprattutto, che ormai passa là almeno una notte a settimana. Si può immaginare la sua soddisfazione. Anzi, sentiamola proprio:IO (entrando nell'ambulatorio): Sono qui, dottoressa. Sono venuto a riprendere Arturo.ARTURO: Te la sei presa comoda. Qui sono almeno un paio d'ore che gira gente avanti e indietro.LA VETERINARIA: Oh, bene, Lorenzo. Andiamo meglio, sa? Certo è un po' irrequieto, adesso. Ha stracciato tutta la carta che c'era sul fondo della sua gabbia.ARTURO: Non era carta e basta. Era Il Sole24Ore, io odio quel giornale e ha un colore orribile.IO: Mi dispiace. Comunque non è mai stato un gatto molto tranquill...Arturo! Dove vai? vieni qui!ARTURO: Sto cercando una via di fuga, non faresti lo stesso anche tu?LA VETERINARIA: E' sempre così, non appena lo prendo fuori dalla gabbia mi scappa dappertutto, apre anche le porte.ARTURO: Se potessi farlo chiamerei anche un taxi, pur di andarmene da qui.IO: Ma senta, dottoressa. Con le cure come procediamo?LA VETERINARIA: Direi che possiamo andare avanti col Plasil. Non ha una diretta attinenza col suo problema, ma ho provato e ha funzionato.ARTURO: E' rassicurante avere una dottoressa che decide la cura arraffando le medicine a caso nell'armadietto.IO: La ringrazio molto, dottoressa, allora noi adesso andiamo.LA VETERINARIA: Se può, mi riporti Arturo lunedì, gli dò un'occhiata volentieri.ARTURO: Come iniziare la settimana col botto.IO: D'accordo, allora a lunedì!ARTURO: Guarda che puoi tornarci anche da solo, se ci tieni tanto.IO: Ehm...andiamo.(escono.Continua. Non si sa come)