L'atrabilioso

La luna, il dito, la zampa


Ci sono cascato anch'io, del resto per giorni non s'è parlato d'altro. Chiaramente non sono stato l'unico a pensare: adesso vado a dare un'occhiata.  Me ne sono accorto arrivando ai Giardini Margherita dall'ingresso che si affaccia su Porta Santo Stefano, con tutta una folla che entrava. A me più che allegria la cosa metteva imbarazzo, ad essere tutti lì. Ho pensato, spero almeno che sia rossa per davvero e grande così come nelle foto sui giornali. La rotta per arrivare al punto di osservazione l'ha decisa il cane Spike, che  ha paura della gente ma ama i Giardini, e insomma dopo qualche incertezza nel superare un telescopio vagamente domestico con tutta una fila in attesa dietro, ha proseguito fino ad uno spiazzo tranquillo e lì si è fermato come a dire: qui va bene.Abbiamo cercato la luna e l'abbiamo trovata: era più bassa sull'orizzonte di come mi sarei aspettato, appena sopra i palazzi e sotto i rami di certi pini enormi.La prima sorpresa è stata che era piccola. Piccola proprio. Rossa forse sì, un po', ma più che rossa sembrava come nascondersi dietro un velo di nebbia rugginosa. Con un'unghietta luminosa in alto. Alle 22.20 (più o meno), ovvero l'ora X per vedere l'eclisse in tutta la sua potenza, ho guardato meglio ed era sempre uguale a prima, piccola, con la copertina di ruggine e l'unghietta. Mah.Intanto Spike aveva fatto conoscenza e flirtato con decine di cani appartenenti ad altrettanti astrofili dilettanti. Non c'era più niente da vedere e così siamo tornati a casa e in mezzo a cento facce umane perplesse erano proprio loro, i cani, a essere più contenti.Secondo me l'hanno organizzata loro, l'eclisse.