L'atrabilioso

Sotto casa. Personaggi.


Ogni angolo o porzione di città è come un piccolo borgo a sè stante, o chissà, probabilmente sono io che voglio viverlo così, dal momento che arrivo da un paese piuttosto piccolo e quella è la dimensione che mi porterò dietro per sempre. In quei pochi metri di città si srotolano le vite di vari personaggi che incrocio spesso e non conosco. Li guardo e catturano sempre la mia attenzione. Il primo personaggio è una madre. Cammina affrettata col suo bambino a fianco, già grandicello. Lei ha l'aria determinata, e parla col figlio come si parla a un adulto, con vocaboli ricercati, insoliti per quell'età. A volte mi sembrano conversazioni normali, altre volte interrogazioni, come a scuola. Lui non pare seccato, nè in difficoltà. Affrettano il passo, come se il tempo fosse poco, e le parole da imparare infinite.Il secondo personaggio è un vecchio che ha perso il senno. C'è una badante che lo porta in giro, e non è mai sempre quella. Probabilmente l'impegno è così gravoso che un avvicendamento costante è obbligatorio. Lui cammina, mezzo cieco, battendo il passo, il sorriso inconsapevole, e continuamente trilla e fischia con la bocca, emettendo senza sosta ogni sorta di rumorini, lo senti sempre arrivare da lontano. Mi viene da immaginare un passato glorioso. Un militare rispettato.Il terzo personaggio è un meccanico corpulento, gentile, saluta e sorride sempre. Non si sa se abbia una famiglia, qualcuno. Veste sempre con la tuta. Negli ultimi tempi forse ha avuto una specie di sbandata sentimentale per una donna del quartiere, un'alcolizzata probabilmente non troppo affidabile. Lui ha perso il sorriso per un po'. Adesso si sta ritrovando, pian piano. Lo vedi sempre armeggiare dentro al suo garage, a volte si ferma e per una volta con le mani nelle tasche esce e guarda fuori, da una parte e dall'altra. Sbuffa qualcosa, e torna dentro.La commedia umana. Sotto casa.