L'atrabilioso

Da un estremo all'altro


Chissà perchè certe parole, in determinati momenti storici, per moda o imitazione o chissà quali altri incroci del caso, si moltiplicano nell'uso comune e diventano frequentissime. Ad esempio la parola "bipolare". Non si era mai sentita fino a dieci anni fa e poi improvvisamente tutti a parlare di persone bipolari, a definirsi bipolari ecc. (che poi ci sarebbe da discutere sull'eccessiva disinvoltura con cui si utilizzano parole che hanno significati così delicati e, per molti, dolorosi, ma tant'è, questa è la nostra epoca). E comunque anch'io, sempre un po' critico verso l'approssimazione di certa terminologia, mi sono definito l'altro giorno "un po' bipolare".Ed ecco perchè, ecco quel che mi succede: a volte, incomprensibilmente, mi sento quasi da un momento all'altro, così, improvvisamente lieto, senza pensieri, quasi con la voglia di abbracciare il mondo e le persone, e magari mi ritrovo a camminare per la strada con la voglia di sorridere agli sconosciuti perchè la vita è bella. Per poi ritrovarmi, magari il giorno dopo, ad attraversare pomeriggi offuscati da una cortina plumbea, senza speranza, la vita inaridita, addosso una tristezza ferma e raggelante, incapace quasi di ritrovare la forza di fare. Meglio la prima modalità ovviamente, purtroppo è più rara, ahimè.Mi sono chiesto (visto che apparentemente nulla di davvero serio o comunque di concreto giustificherebbe questo spostarmi da un estremo all'altro): a che cosa può essere dovuta questa schizofrenia (e dàgli)? Ho pensato: sarà l'alimentazione? Dovrei mangiare più verdura? Più frutta? Smettere di bere la Ceres e passare a una birra più nobile? O sarà forse l'irrespirabilità dell'aria in pianura padana, che mi sconvolge la sfera emotiva?Non so, è davvero difficile capire e capirsi.Comunque, per oggi mi basterebbe, per mantenere su livelli accettabili il fine settimana, di avere il teatro pieno stasera, e il Bologna vincente domani.Che son poi uno che si accontenta.