L'atrabilioso

Noio vulevòn savuàr


Non so come siete messi voi con le lingue. Le lingue straniere, intendo. Io male.Per dire: per ragioni diciamo familiari potrei parlare quotidianamente il francese, e questa cosa dovrei viverla come un privilegio, un'opportunità: ebbene niente da fare, se qualche volta con un po' di buona volontà mi ci metto, alla terza frase abbandono il campo, sconfitto e umiliato. Perchè è poi quello il problema: io è come se mi ascoltassi da fuori e vedessi tutta la mia goffaggine, la mia imperizia. Insomma vivo questa cosa delle lingue straniere con addosso una gigantesca ansia da prestazione e così preferisco mettermi muto da una parte, piuttosto che offendere ulteriormente l'uditorio con quel mio vergognoso incespicare. E invece so bene che sarebbe meglio buttarsi, è così che si impara, ammiro chi ci riesce.Sto per partire per la Sardegna, verso una casa in cui si parleranno almeno tre lingue diverse. So già che passerò le conversazioni elemosinando traduzioni a pietosi interpreti.Ma magari stavolta mi ci impegno un po' di più. Magari è la volta buona che col francese mi ci butto sul serio. Datemi solo un bicchiere di Cannonau e poi vediamo. Col tedesco non assicuro niente, ma col francese vediamo.Che si può sempre cambiare, no? "Car je est un autre", non dimentichiamolo.Buone vacanze a tutti.