L'atrabilioso

M.


Oggi parlo di questo libro, "M" di Scurati, perchè è uno di quei libri - non lo so se vi è mai capitato di incontrarne - che non ti lascia nemmeno quando lo hai posato sul comodino per metterti a dormire, e che non vedi l'ora di riprenderlo in mano la sera, o quando puoi. Infatti sono più di 800 pagine ma lo si divora.La storia, è noto, è quella di Mussolini, ma osservato in una chiave inedita, nascosta fino ad oggi, ovviamente romanzesca ma perfettamente verosimile: tutti, infatti, ci siamo imbattuti almeno una volta in quei filmati di repertorio (quelli "dal balcone", diciamo) in cui il dittatore ostenta la voce roboante e il gesticolare caricaturale e pagliaccesco; ma questa volta possiamo davvero sentire l'uomo "pensare" nella sua dimensione più intima, possiamo spiarne le esitazioni e la doppiezza, possiamo misurare il rovello rabbioso dell'avventurista diffidente con tutti. Ora, io non lo so se M. dica qualcosa di noi, di quello che siamo diventati. Sicuramente sì, e ne avranno anche parlato. Quello che colpisce me, di questo splendido libro, è che nei fatti, nelle cifre, nei documenti ufficiali, nei telegrammi, negli articoli di giornale che punteggiano il romanzo, vediamo con estrema obiettività e con precisione chirurgica il repentino impazzimento, in pochissimi anni, di un'intera nazione. E forse è proprio qui che troviamo la cosa più importante che questo romanzo vuole tramandare all'uomo d'oggi, ovvero: questo è quello che è stato. Questo è stato possibile. Non è un libro rassicurante. Che poi mi sa che i buoni libri raramente lo sono.