L'atrabilioso

Cronache del giorno prima


Il giorno prima che chiudessero il mondo a chiave, io sono andato in una piccola libreria. Mi son detto: fra un po' chiudono tutto, vado a comprarmi un libro finchè sono in tempo. Sono entrato ed era tutto sottosopra, pochi volumi e messi lì alla rinfusa. Il libraio aveva l'occhio fisso e le mani in tasca: mi è venuto vicino e a voce troppo alta considerando le distanze ha detto: "Stiamo risistemando il negozio!". Io ho detto: ah. Si è allontanato, sempre le mani in tasca. Io ho provato a capire dove guardare. Negli scaffali alcuni libri erano dritti, altri sdraiati, alcuni incellofanati, altri con l'aria di essere già passati per molte mani: i gialli mescolati ai libri di cucina, la narrativa straniera insieme ai libri per bambini. Avevo appena spostato il libro "C'è un rinofante sul tetto" per prendere in mano un testo di Cioran, quando il libraio è tornato, sempre con le mani in tasca: "Abbiamo anche Kierkegaard!" ha enunciato ad un volume sufficiente a farsi sentire fino alla fermata dell'autobus. Era chiaro che si aspettava una risposta. Non sapevo cosa dire. "Oh, Kierkegaard...forse è un po' complesso per me". Lui mi ha guardato fisso per due secondi, pensoso, come se non capisse la mia lingua. Poi è uscito e si è messo davanti alla porta. Io ho pensato che forse era meglio andare; dopo un'ultima occhiata ho afferrato un Simenon a caso, mi sono girato per andare verso la cassa e me lo sono trovato di fronte. Mi squadrava. "Abbiamo anche Machiavelli!" ha articolato, sempre a quel volume sostenuto. Non so se si riferisse al giallista bolognese o all'autore del "Principe". Io ho deglutito. "Ah, bene...lo terrò presente". Non sembrava soddisfatto. "...davvero" ho aggiunto. Ha battuto lo scontrino, io ho pagato e sono uscito. Fuori, mi sono dato un po' di gel sanificante sulle mani. Da dietro il vetro, mi guardava. Severo. La letteratura, ho pensato. Roba per cuori forti.