L'atrabilioso

Una lettera


Caro Michele, mi chiedi come sto. Oggi non particolarmente bene, devo ammetterlo e so che con te posso parlar franco. E poi lo sai bene come succede, c'è questo su e giù di umore, non ti dico nulla di nuovo, è una cosa che stiamo vivendo tutti, e oggi è nera. Il fatto che sia Pasqua non migliora le cose, anzi. Il 3 maggio mi sembra lontanissimo, è lontanissimo. E qui, nella penombra di un pomeriggio che diventa lunghissimo, sento una cosa: mi manca tutto, mi mancano tutti. Specialmente la mia casa, i miei affetti più stretti. Oggi li ho visti su skype e mi è venuto un gran magone.Mi mancano cose che sembrano nulla. Ad esempio un bar aperto. Mi manca prendermi un'ubriacatura da far spavento (qui sto tranquillo e mi limito, lei non la prenderebbe bene). Mi manca andare alla bocciofìla (sì, proprio quelle dove si muore come mosche, col covid) a vedere il Bologna. Mi manca il non avere sensi di colpa se mi viene una battuta umoristica. Ma del resto, mi manca anche la vena umoristica. Tutto è arido, rinsecchito. Mi chiedi che faccio. Sto molto su internet, cazzeggio. Leggo ma faccio più fatica del solito, e mi distraggo facilmente. Guardo robe in streaming tipo cose dei musei, la vita di Raffaello, il mistero di Caravaggio, cose così. Un po' di bellezza, almeno questo. Non vedo l'ora di fare un giro in macchina. Con quella cosa della frattura non guido una macchina dai primi di gennaio, e ne ho una gran voglia. Andare anche un po' forte, con la musica alta e il finestrino giù. Mi manca guardare le ragazze con gli shorts. Andare al ristorante. Mi manca tutto.Mi manca andare su un palco, ad esempio le commedie come l'ultimo dell'anno, lì è stato formidabile. Mi mancano anche i ragazzi dei corsi, e sai bene quanto c'è da sudare, a gestire i laboratori. Ma anche i progetti che avevamo insieme, quella web serie che quei cazzoni dell'università farebbero bene a finanziarti perchè è una cannonata.A pensarci adesso, capisco che avevo una vita piena pur non facendo mai un cazzo e non lo sapevo. Ecco qua. Altre tre settimane, caro Michele. Io non so tu, ma penso che comincio a  capire l'impazzimento.Un abbraccio.L.