L'atrabilioso

Si sta come ad aprile


Si sta come ad aprile in una perenne sala d'attesa. Col treno che potrebbe passare tra una settimana, ma non c'è niente di sicuro. Ormai di questa sala conosci ogni angolo. L'hai misurata per il lungo, per il largo, da sdraiato, da in piedi; dal balcone hai gettato spesso un'occhiata fuori: la coppia che ogni giorno gioca a racchettoni in cortile, la signora che prende il sole, la famiglia giovane in cucina, il camion della coop. Sai tutto, i movimenti, i rumori, le abitudini, gli sguardi che fin da qui sembrano stanchi. Immagini loro che guardano te. Ti imbarazzi. Ti giri e dal balcone guardi dentro. Ti concentri sullo spigolo tra le pareti , tracci una linea fino all'angolo opposto. Guardi a terra. Entri in cucina. Apri il frigo, non ti ricordi perchè lo hai fatto, lo richiudi. Ti senti stanco. Torni al divano, prendi in mano un giornale, lo riponi. Guardi dritto e smetti di pensare. O almeno ci provi. Il treno è di là da venire.