L'atrabilioso

Lettere


Certe volte, la notte, non riuscendo a dormire, scrivo delle lettere. Non reali, nella mia testa. E' il privilegio degli insonni, potersi dedicare a passatempi come questo. Così ho scritto lettere anche molto lunghe alle persone più svariate: ad un allenatore di calcio, a mio padre, a vecchi amori dimenticati, a un certo uomo politico, a un compagno di scuola del tempo che fu, a chissà quanti altri. Non è che le scrivo davvero, quelle lettere. Le penso e basta. La mattina, come succede coi sogni, queste lettere svaniscono in fretta. Qualche volta ho anche provato a recuperarle, mi sono seduto al tavolino e ho cominciato a scriverle davvero. Ma non restavano che stralci, brandelli, parvenze di senso, frammenti di frasi. Spesso illeggibili, insignificanti. Leggendo, mi vergognavo. E così non le ho mai scritte. Il che è un bene.Bisognerebbe rivalutarla, la tanto vituperata vergogna. Delle volte è un bene, che esista. Ce ne vorrebbe di più.