L'atrabilioso

Che poi mi fa piacere ovviamente


Mi stanno arrivando, sui cosiddetti "canali social" svariati complimenti da alcuni amici per aver partecipato al film "Volevo nascondermi", fresco vincitore del David di Donatello. Ora, "aver partecipato" significa che appaio in video per circa trenta secondi, e mi sa che sto largo. Insomma, non un ruolo che inciderà a fondo nella storia del cinema. Tutto questo lo dico non per un eccesso di umiltà (rischiosa peraltro di essere antipatica) ma per ristabilire le giuste proporzioni, perchè poi ovviamente a me fa piacere il successo del film, ed è un onore esserci stati dentro; e per finire aggiungo che a mio avviso questo è proprio cinema con la C maiuscola, quindi onore al merito per Diritti e per Germano.Epperò se ci penso io di quella giornata di riprese ricordo soprattutto due cose: la fame che ho avuto, una fame cosmica e tristemente gorgogliante, certo non paragonabile a quella di Ligabue negli inverni padani ma insomma (e a nessuno che venisse in mente di chiamare la pausa, già passata da ore secondo ordine del giorno); e poi Diritti sul set che mi dice continuamente: "la scena va benissimo, ma perchè tieni la testa storta?" e io un po' meravigliato che provo a piegarla da un lato e a raddrizzarla, poi a scrollarla e rimetterla in sesto, poi ad alzarmi e a rimettermi a sedere con la testa in asse, e Diritti sempre a dire: "no, è storta". In quel momento, se avessi potuto, me la sarei svitata questa mia testa dal collo, per riavvitarla dritta, ma com'è come non è alla fine la scena l'abbiamo portata a casa.Poi penso: ma guarda ben come sono fatto: partecipo a un film che poi vincerà un sacco di premi e tutto quello che ricordo di quel giorno lì sono la mia fame, e la mia testa tutta storta. Che strana la vita, che bello il cinema.