L'atrabilioso

Succede di rado


Succede di rado che una persona di cui stai parlando mentre stai in scena sia anche presente in platea, in carne e ossa. Mi è successo venerdì sera. A dire il vero lo sapevo, che era presente, e se possibile il pensiero aggiungeva ansia ad una serata che si annunciava bella ma certamente non semplice, per svariate ragioni.La persona in questione è stata l'ultima compagna di Horst Fantazzini, il protagonista del mio racconto, noto ai suoi tempi come "il rapinatore gentiluomo", figura sfaccettata, controversa, affascinante. Lei si chiama Patrizia, e quando, durante lo spettacolo, sono arrivato a parlare di lei, ho cercato di farlo con la massima cautela, con rispetto e, chissà se ci sono riuscito, con delicatezza.Alla fine dello spettacolo, che si svolgeva in uno scenario incredibile (il cimitero monumentale della Certosa di Bologna) l'ho vista arrivare nel mio improvvisato "camerino", posto alla fine di un piccolo tunnel dove ci sono le lapidi di giovani morti nella Grande Guerra, tra le luci tenui, nel riverbero sfuocato della sera; è venuta da me, io non l'avevo mai vista, si è dovuta presentare. "Ciao, sono Patrizia". Ho avuto i brividi. Lei sorrideva, era contenta, molto, molto più di quanto avrei osato sperare; ha detto "Grazie, è stata una delle serate più belle della mia vita, ho rivisto lui". Ha cominciato a parlare di Horst, e si vede che ne aveva voglia di farlo, non smetteva più, e io gongolavo, più di quanto riesca a dire.Sapete, un fardello che ti si toglie dalle spalle per far spazio a un felice, dolce sollievo? Questo mi è capitato."Grazie, è stata una delle serate più belle mia vita". Ha detto così.Lei non lo sa, ero quasi senza parole, ma mi ha fatto il regalo più bello del mondo.Il teatro che rinasce è anche una storia come questa, che non si cancellerà più dalla mia memoria.