L'atrabilioso

A proposito di sistemi educativi


Mi piace molto parlare col cane Spike. Gli racconto un po' di tutto, a casa o mentre facciamo il girettino: gli dico dei miei corsi, di un film che ho visto, a volte gli parlo del Bologna. Oggi ho usato parole non tenerissime su Mihailovic: mi è sembrato d'accordo. Comunque è un buon ascoltatore.Anche la Mother ama parlare a Spike: lui, che è sempre diffidente nei confronti di tutti, apprezza (credo) il tono dolce della sua voce, o forse è per via del fatto che quando passiamo per casa sua, lei è sempre lì che cucina.Adesso è tempo di tortellini e dopo due o tre paroline carine gli ha tirato un pezzettino di ripieno. (Uso non a caso la parola "tirato": perchè la Mother non glielo mette vicino alla bocca, e non osa nemmeno un lancio a palombella, ma glielo tira proprio. Non addosso, ma comunque un bel tiro dritto, deciso, a un metro e mezzo o due di distanza). Naturalmente Spike nemmeno lo vede, il minuscolo meteorite. Così lei lo guarda mentre cerca il pezzettino di ripieno sul pavimento, e lo incita: "Dai, è lì, beh, non lo vedi!?".Quindi gliene tira un secondo, sempre una specie di piccolo proiettile, a due bei metri di distanza. E Spike che al solito non lo vede, e cerca annusando. E la Mother: "Dai, Spike, è lì, forza, dai!".Dico: "Mà, non è che glieli lanci un po' fortino, mh?"E lei: "No, è che guarda, è proprio un cane carino, però al volo niente, non ce la fa. Non ce la fa". E senza aggiungere parola, dopo uno sguardo a metà tra il rimprovero e il compassionevole a Spike, ricomincia a riempire tortellini.E' così, il vecchio sistema educativo: poche smancerie, poche svenevolezze. Prove dure, allenamenti inflessibili, e via che si va.E si diventa campioni di presa al volo del ripieno, a volte. Dicono.