L'atrabilioso

Ogni tanto è anche bello se


Ieri mi è arrivata una telefonata con una notizia di lavoro ed è appunto da ieri che rido come un matto e un po' sono anche emozionato, ecco. Certo, oggi, se provo a ragionare su questa cosa con lucido distacco, mi rendo conto che in fondo si tratta di una piccola cosa, è solo un paio di scene in un film e non è il primo che faccio, ma, ecco, questa volta in particolare, sarà per via degli artisti che mi affiancheranno, insomma è più forte di me, sento sulla pelle questa euforia: sono quelle cose che danno un senso alla fatica, all'attesa, al lavoro su se stessi. Ripenso alla giornata di giovedì, passata per buona parte da solo, in una stanza d'albergo in Umbria, a guardare vecchi video con le cronache di Ruggero Orlando (chissà, forse qualcuno se lo ricorda, era quel giornalista che salutava con la mano e le parole "Qui Nuova York, vi parla Ruggero Orlando" con quella tipicissima erre moscia, ma altrochè moscia in verità: grattava, quella erre), a studiarne la cadenza e la gestualità, a provare e riprovare il testo, e penso: quando funziona, questo è davvero il mestiere più bello del mondo. Alè!