L'atrabilioso

Se quello che ci aspetta è


Ieri mattina, un tal "studioso dei consumi" (così mi pare sia stato presentato) di cui non ricordo il nome, invitato a "Tutta la città ne parla" su radio3, in conclusione del programma (durante una puntata dedicata all'aumento dell'inflazione, e a una società che cambia), ha detto le seguenti testuali parole (ero distratto ma quelle le ho sentite bene): "...certo, ci saranno beni di consumo che tenderanno a sparire, come i cinema, i teatri...".Ecco, io, ho avuto quel sobbalzo alle viscere che conosco bene e che significa "aiuto".Tenderanno a sparire. Ha detto così.Ora, al di là dell'ironia che si può fare sul gelido linguaggio tecnico-economico che definisce "bene di consumo" il cinema e il teatro (a sua parziale discolpa ammettiamo che lui parlava in diretta, mentre io qui ho già cancellato tre volte quello che ho scritto), ho pensato: e se fosse davvero così? Parliamoci chiaro, ci stiamo arrivando, non è che non sia sotto i nostri occhi questa tendenza. Al di là della pandemia, intendo. Che ha ovviamente accelerato e dato impulso alla cosa.Quindi mi sento di fare un appello, mi concedo la libertà di essere banale, mi sento insomma di dire: muoviamoci. Andiamoci. A teatro, al cinema. Anche se a teatro c'è uno o una, dietro di noi, che scartoccia caramelle (mercoledì sono andato a vedere uno spettacolo, Bartleby, e dietro di me c'era uno scartocciatore terrificante, TUTTO IL TEMPO A SCARTOCCIARE, diosantéssum), anche se gli spettacoli a volte sono così cosà, anche se i film non sono sempre indimenticabili. Proviamo ad andarci. Proviamo ad invertire una tendenza.Sarebbe bello smentire quel signore. Tocca a noi.