L'atrabilioso

Quella volta che


Io, una volta, ho fatto una scena con Maya Sansa, in un film. Vista la bellezza dell'attrice in questione, lo considero uno dei punti più alti della mia carriera. Ve la ricordate, quella scena? No? Per forza: non l'ha vista nessuno, quella scena lì.E dire che per recitare quel giorno ho patito anche un bel freddo: in pieno inverno, in un vecchio casolare senza riscaldamento. Ma chissenefrega: dovevo recitare una scena con Maya Sansa, io! E la scena era questa: ero il capo di un manipolo di fascisti e insieme ai miei sgherri - dei brutti ceffi, ve l'assicuro - entravo in una casa di contadini (tra cui Maya Sansa, forse l'ho già detto che c'era Maya Sansa) e con maniere spicce portavo via l'anziana nonna, minacciando in bolognese stretto di non restituirla se il nipote (sospetto partigiano) non si fosse costituito. Maya Sansa nella scena mi guardava coi suoi occhioni imploranti e disperatissimi, ma io, duro, inflessibile, non mi lasciavo commuovere. (Maya, non credere, pensavo tra me, mi pagano per fare questo, ma sotto questa tetra divisa batte un cuore di burro).Era una bella scena. Mi hanno fatto anche i complimenti. Molto credibile, mi dicevano. Ottimo dialetto, mi dicevano.Ebbene, sono andato a vedere il film. Emozionante, commovente, Maya Sansa bellissima. Diosanto, pensavo mentre scorrevano le immagini, che emozione essere in un film così. Poi, di punto in bianco, prima che io entri nella casa a portare via la vecchia, quella stessa vecchia muore per una mitragliata in mezzo all'aia. Così: RAT-TA-TA-TA! e muore. Fine del (mio) film. Ho fatto un salto sulla poltrona, lì al cinema. Mi sono girato all'indietro verso il proiezionista là lontano: che cavolo succede qui? Hai messo su prima il secondo tempo del film o cosa?Macchè.Niente, tagliata. La scena. Tagliata. Roba da non credere. Cioè, voi adesso penserete che io non l'abbia mai girata, quella scena, che mi stia inventando tutto. E invece l'ho fatta, credetemi. C'era anche Maya Sansa, giuro.