L'atrabilioso

Risolvere


Stavo leggendo un libro del sempre bravo Emmanuel Carrère (per la precisione "Il Regno") quando all'improvviso mi è venuto da pensare: peccato non stia tra i miei preferiti nel profilo (profilo che non aggiorno da, mah, dodici, quindici anni, non so). E' stata l'occasione per guardarlo un po', questo mio profilo, e non senza un certo sgomento ho scoperto che sono praticamente lo stesso di prima, quasi senza modifiche. Cioè, mi sono detto: possibile? è questo che sono? mentre gli altri si sono sposati e hanno fatto figli e hanno raggiunto una certa stabilità, io non ho fatto altro che aggiungere libri di Emmanuel Carrère nella libreria? Sia come sia, evidentemente non era un fatto temporaneo, questa mia tendenza a restare irrisolto, che ha il vantaggio (farlocco, menzognero, anche un po' bambinesco, ormai l'ho capito) di potersi raccontare che tutto quanto è e sarà sempre possibile. Anche se non è un fatto di poco conto, leggere Carrère. Mi piace la sua lucida sincerità, la spietata autoironia, quella capacità di entrare a contatto col lettore come se parlasse a tutti eppure, insieme, a te stesso in particolare. Ed è quasi scioccante quando ammette, più o meno: non sono così cieco da non vedere che la mia vanità di scrittore è ritagliarmi un po' di spazio nella coscienza di chi mi legge. Beh, con me c'è riuscito di sicuro.Ok, basta così: Dopo "Il Regno" sarà il turno di "Vite che non sono la mia".Ai figli, ci penseremo in un'altra vita.