L'atrabilioso

Ancora in cerca d'autore


C'è una compagnia di teatro che arriva alla spicciolata dentro la sala. E' prevista una prova.Gli attori e le attrici chiacchierano: sentiamo discorsucci un po' banali, quelli abituali dei lavoratori a inizio giornata: una battuta, qualche risata; qualcuno, con addosso forse lo strascico del sonno notturno, siede in un angolo, gli occhi socchiusi.Arriva il regista in teatro, batte le mani, esorta tutti ad iniziare il lavoro. Un'ultima attrice arriva di corsa, in ritardo. Piccola reprimenda, inizia la prova.Poi, ecco, avviene l'imponderabile: sei personaggi, scuri, lenti, gli occhi grandi, figure d'un altro mondo, sbucano dal fondo della sala e avanzano verso il palcoscenico. Gli attori interdetti si bloccano. Il regista chiede spiegazioni: chi sono lor signori?E l'uomo, quello che si presenta come "Il padre" risponde: "Siamo qui, in cerca d'un autore".E' l'inizio di una delle opere teatrali più rivoluzionarie ed enigmatiche del teatro del Novecento. Rivoluzionaria al punto da causare un parapiglia di proteste e tafferugli, in occasione della prima del 1921 al Teatro Valle. Enigmatica perchè fondamentalmente irrisolta: vuoi per un finale non esattamente compiuto, vuoi perchè al centro del dramma c'è quasi un'ammissione di impotenza, coi Personaggi che si vedono vivere sulla scena e non si riconoscono.Ecco: erano anni che Pirandello mi chiamava, e io sfuggivo perchè lo temevo, anch'io forse schiavo di un pregiudizio che lo vuole sorpassato, pesante, ripetitivo. Poi ho riaperto il libro e l'ho trovato vivo.Sentivo che era l'anno buono. Come se non bastasse ho anche visto quel piccolo grande capolavoro che è La stranezza, e lì mi sono deciso.Pirandello sia. I Sei personaggi siano.Poveri allievi miei, fatevi forza!