L'atrabilioso

Sott'acqua


Di fronte allo stucchevole rimbalzare di opposti pareri sulle cause e sulle responsabilità di un disastro, davanti a questo sommarsi di voci in cui anche le più informate e avvedute rischiano di perdersi in un indistinto rumore di fondo, ecco, di fronte a tutto questo viene voglia solo di cambiare canale. E non c'è nemmeno il tempo di metabolizzare il dolore: oggi ha ripreso a piovere, e ricominciamo a tremare.Ora, io non sono un esperto, non so nulla di geologia nè di problemi legati ai cambiamenti climatici, ma amo molto la mia regione, e la guardo, la osservo. L'ho vista cambiare, in questi anni. Anche solo la zona da dove arrivo io, la terra tra Bologna e Modena. Ecco, questo solo posso dire: dove vogliamo arrivare? Sapete, c'è un paese qua vicino, cinque chilometri più in là, è un paese più grandino, quarant'anni fa se volevi andare al cinema dovevi andare lì, e in generale c'erano più attrattive: quando ero ragazzino ci arrivavo in bicicletta, a volte in autostop. Conosco perfettamente la striscia di terra che separa i due paesini. Ebbene, una volta era una spianata di campi, soprattutto coltivati a grano, qualche frutteto, poi qualche casolare isolato coi granai altissimi. Ora, i casolari non ci sono quasi più. Abbattuti, erano di troppo. Ora ci sono distributori, centri commerciali, e soprattutto case, case, case. E così come la nostra Emilia, anche la Romagna, che mi risulta, è pure peggio.Fino a quanto puoi spremere un territorio? Fino a quando?Non ci dobbiamo meravigliare di quello che succede. La colpa comunque, è solo nostra.