L'atrabilioso

Ceneri alle ceneri


  In morte di Harold PinterParole. Parole nate davvero per essere dette, come deve essere il miglior teatro. Parole che di sicuro hanno fatto godere interpreti e registi (e anche lettori! io che mi sono sempre annoiato a leggere il teatro, mi sorprendevo a leggere le sue commedie con lo stesso piacere di un romanzo). Parole semplici e dure. Che equivoco, all’inizio: pensavo si trattasse di comune, ancorché riuscitissimo teatro borghese. Complice Tradimenti, anche se poi non capivo perché la storia si svolgesse a ritroso, coi personaggi che alla fine hanno dieci anni di meno; senza nessuna nostalgia di “quando eravamo giovani e innamorati” ma piuttosto una ricerca vana di un senso - ed era proprio questa la sua vera cifra, in ciò fratello a Beckett, senza però un’ombra di umorismo. Poi, da bravo completista, sono andato a recuperarmi tutto il resto, Il guardiano, Il ritorno a casa soprattutto e mi sono trovato invischiato in un mondo da suburbia sordida e notturna, miserevole e stanca. E nella minaccia (quasi un luogo comune, ormai) che Pinter dispensava a piene mani in tutti i suoi lavori, ritrovavi gli orrori, spesso muti, del nostro mondo enigmatico e ostile, basato sulla sopraffazione e sulla violenza. E contro tutto questo ha lottato fino all’ultimo, imponendo a tutti una riflessione in più sul senso dell’essere un uomo di teatro, oggi.  ... Robert: C’era niente per me, nella lettera? Emma: Niente. Robert: Niente, nemmeno i saluti? Silenzio Emma: Siamo amanti. Robert: Oh, sì. Ho pensato che c’era qualcosa del genere sotto, qualcosa di quel tipo. …