L'atrabilioso

Piastrella City


Torno, per una sera sola. La città indifferente non s’accorgerà di nulla (perché dovrebbe? e poi, non sta vivendo i suoi giorni migliori) ma io sento i ricordi, e sono ricordi che urlano.Dieci anni fa, e da lì dieci anni ancora indietro. Inverni di fredde mattine al neon di grigi capannoni industriali, le mani rinsecchite dentro guanti infradiciati. I miei vent’anni e la fatica e la rabbia e la voglia di rivolta, e la sensazione netta di avere sbagliato generazione, indirizzo, vita.Polvere e polvere e polvere. Sacchi di vetro frantumato e polvere e la schiena dolorante e le bestemmie e poi ancora polvere, e odore di gasolio.E piombo. Piombo nel sangue, piombo nelle gengive, piombo nei coglioni.E la dignità estrema di un uomo che è stato l’unico vero maestro che ho avuto, capace di salutarmi cantando la mattina, noncurante dello smalto che già lo ricopriva dai piedi ai capelli - ma alla sera mi spiegava di come fosse importante lavarsi con cura prima di uscire, perché è vero che facevamo il mestiere più malsano del mondo, ma dalla fabbrica potevamo e dovevamo uscire puliti, e con la testa alta.Torno stasera, una volta sola.Rifarò la stessa strada di allora.Una vita non basta. Ma adesso so che anche due, sono poche.