L'atrabilioso

Notti


Quando abbiamo attaccato "Teorema" ho capito che avevamo toccato il fondo.Che poi doveva essere una serata di lavoro, diciamo. Le intenzioni erano le migliori possibili: mettere in musica una quartina molièriana in vista di un lavoro da fare nel prossimo periodo.Una quartina. Quattro versi. Voglio dire, non "La Traviata". Quel tanto che basta per sentire come suona e soprattutto per testare ugole scarsamente aduse al canto (specie la mia).Ma, complice il Primitivo (il vino, non l'uomo)*, la grappa e un coach con troppe nostalgie da piano bar, il caro Jean-Baptiste è stato accantonato ahinoi piuttosto in fretta. Quel maledetto, con la tastiera, si era portato di straforo un paio di volumi e alcuni spartiti.Forse Handel? O magari, chessò, Purcell? Oppure Haydn? No, i "100 grandi successi della RCA. 1974-1979" e "Altri 100 grandi successi. 1979-1984". Cioè, voglio dire, li abbiamo toccati tutti. Con Cocciante mi sono proprio incaponito, non riuscivo a beccare quella nota che va a chiudere la sua "Poesia". Dev'essere l'effetto "X-Factor", e infatti abbiamo fatto come loro, con l'esibizione e i giudici e la litigata mezza finta e mezza vera. Santapace: Cocciante e Battisti e Lucio Dalla. E pensare che sono cresciuto a birra e Joy Division. Bah.Stamattina la mia casa era un porcaio. E con Jean-Baptiste dovremo recuperare.Ma il mio pensiero è un altro: come cavolo si fa a beccare quella nota di Cocciante?*: sì, è un omaggio.