L'atrabilioso

Aprile (è il più crudele dei mesi)


Dopo tre giorni puzza (il post, dico)? E' quasi certamente così. Ma io sono uno che si fa prendere dall'abitudine, e non mi costa niente far visita per venti giorni in fila ad un blog in cui campeggia lo stesso post rinsecchito; e mattina dopo mattina tornare lì fiducioso. Ciò che conta è sapere che dietro c'è una bella penna, che magari ha solo bisogno di tempo per mostrarsi al meglio (e non parlo delle "penne" come nell'ultimo orribile Avati, anche se poi si tratta quasi sempre di blog tenuti da donne, ma tu guarda). Questo mondo internettiano di parole ne frulla fin troppe - è di ieri l'allarme "internet esploderà? aiuto! come faremo a farci stare dentro tutto?", e io già non capisco dove stia il panico. Insomma non concedersi troppo è buona norma in generale - e se non si hanno cose da dire, il silenzio mi sembra un pregio. Ancora: se i blog non fossero contenitori tutti avvitati su se stessi magari sarebbero più snelli, ma se c'è un posto che comporta l'autoreferenzialità è proprio un blog e io stesso ne sono vittima: è già tanto se ho fatto passare trenta post prima di pubblicare un post dove fosse ripetuta tante volte la parola "post" (adesso poi, mi sono superato).Lo so, lo so. Mi contraddico. Ma cosa ci sia dietro, spesso non è chiaro nemmeno a chi scrive (forse a volte solo un piccolo, intimo conflitto ben nascosto tra le righe). Perdonate la confusione, aprile è fatto così. Un mese di ricorrenze, di rabbie non risolte. La voce è vuota, meglio l'azione.Ieri sera, alcuni partigiani si sono detti pronti.