L'atrabilioso

Domenica (Specchio n.2)


C'è una notte di sonno profondo (è cosa rara)e ci sei tu con un inizio di crampi e un caffè bruciato per svegliartie un giornale lento E ancora un ragazzino che ride dietro il banconee una piazza di paese fradicia e silenziosaPoi c'è una telefonatacon una richiesta di spiegazioniun attacco d'ira (controllo, dovresti avere più controllo - il controllo!)e anche lacrime e poiscusee poi un silenzio e un saluto che fatica ad uscireCon gli occhi che bruciano di nuovo il telefonoche pietosi gli amici certe volte (e non sono ironico)ma siamo tutti pianeti lontaniPoi c'è un pasto silenziosouna giacca sgualcitae un tergicristalloun sorriso e due parole come se tutto andasse per il verso giustoE poi gli esercizii solitie la pancia che si spacca E io che spalanco gli occhi al soffittomi devo fermare ma se lo facciose lo faccio stavoltaiomi fermo un attimo e non so dove trovo la forzaecco cosìsolo alla fine mi tiro a sedereOra sono qui emi viene in mente la parola "razionale"e se fosse un altro momento ridereidi questa istruttivadomenica di aprile.