L'atrabilioso

Che senso ha un rumore, se nessuno può sentirlo?


Oggi vorresti fare come i futuristi, e uccidere il chiaro di luna.Adesso che la tempesta è cessata, adesso che il vento è calmato, puoi pensare a lei con tutta la forza malata della tua immaginazione. Ti aggrappi con le unghie e con i denti a quel poco che resta, il ricordo di un ricordo, una fotografia, un respiro, una parola, un nome. Selvaggiamente ti immergi nelle tue fantasie e nei rimpianti più assurdi. Fantastichi di tornare indietro nel tempo e andare non da lei, no! ma da te stesso, per afferrarti le spalle e darti una scrollata - ma dentro sei ben cosciente, che già allora sapevi tutto, sapevi quel che potevi perdere, e te lo sei fatto scorrere davanti, perchè le tue corde sono sensibilissime, ma hai avuto l'accortezza di nasconderle nell'antro più nascosto della tua coscienza, per non sentire, e perchè sei terrorizzato dalla responsabilità, da tutte le responsabilità. Ora sei qui, fermo, col sorriso dell'idiota, fermo, a chiederti come hai potuto pensare, ad un certo punto, che bastava vivere, che il destino era comunque segnato, e che per questo non aveva senso chiedersi la differenza tra vite vissute e vite buttate.Sono sul mio terrazzo, ed è l'alba. C'è una luce particolarissima, il cielo è appena velato fin quasi alle creste degli Appennini, solo una striscia di cielo azzurro quasi irreale, a lambire le cime. Ripenso ad una cosa letta chissà dove, di recente. Immagino questo paesaggio, quaranta giorni dopo la fine dell'ultimo uomo. Gli ultimi incendi si spengono, i tarli si mangiano il legno, un gatto scappa via veloce, una fitta boscaglia ricopre tutto. Tutto.