L'atrabilioso

Benvenuti in Paradiso


C'è un interno fatiscente, coi muri grigi e sbrecciati. Una finestra alta e, sotto, una sedia a rotelle vuota.Un tavolo e due vecchie sedie. Armadi mezzi aperti e mezzi chiusi. Come casse da morto in un cimitero devastato.Un ragazzo in piedi al centro della stanza. Il ragazzo non è più un ragazzo, ma è rimasto come un bambino. Dispone una serie di fotografie sul pavimento. Perchè ricordare è meglio che vivere.D'improvviso nella stanza arrivano i fantasmi. C'è la sua mamma, curva in rosa. E c'è lo zio, storto e sputazzante sulla sedia a rotelle, che guarda fuori dalla finestra.La mamma abbraccia il figlio, lo bacia. Lo fa giocare a rubabandiera, gli lascia cantare le vecchie canzoni.Lo zio guarda fuori, e bercia contro "quelli di fronte". Marocchini, 'stracomunitari, gli dice. Parla, lo zio, dice che "quelli di fuori" gli stanno mandando su i topi, che lui li vede, i topi, li vede salire dalle scale, e allora per calmarlo il ragazzo lo fa ballare sulle note di un valzer, facendo roteare la carrozzina, improvvisamente leggera, tutt'intorno alla stanza.Poi la mamma e lo zio si urlano contro, ma il ragazzo è felice, perchè sa che si vogliono bene, e perchè sarà sempre così, perchè non finirà mai. Perchè il mondo è cattivo, ma non li riguarda. E alla fine basterà ricordare, ricordare sempre tutto.E' felice, perchè sognare è meglio che vivere.Questi siamo noi.Benvenuti in Paradiso.