L'atrabilioso

Coi rifugiati


Ovvero: come sopravvivere al pattume calcistico offerto dalla Nazionale ai Mondiali guardando l'Italia insieme a ragazzi e uomini e donne provenienti dai Paesi più lontani e disgraziati, tutti sfuggiti a guerre, persecuzioni, fame.Sono soprattutto africani, ma anche mediorientali e qualcuno dell'Estremo Oriente. Come noi stanno preparando uno spettacolo - loro sono al debutto, l'occasione è quella della Giornata del Rifugiato - e come noi si prendono una pausa di un paio d'ore per vedere una partita che si rivelerà immonda, ma la compagnia almeno è buona: colorita e rumorosa il giusto.Alcuni tifano (Italia) con una (mi sembra) sincerità e un candore che gli italiani hanno perso o non hanno mai avuto. Altri parlano tra di loro in qualche lingua sconosciuta scambiando battute e ridendo alla fine. Non posso biasimarli, visto lo spettacolo. A metà del secondo tempo il regista li richiama in sala per le prove. Solo qualche mugugno (non troppo sentito) e i ragazzi tornano al lavoro.La sera ci insegnano il migliore dei training, proponendo una specie di banchetto scalda-pubblico a base di specialità dei loro Paesi, tutti piatti profumati e davvero tanto speziati per il mio gusto emilianamente addomesticato (anche se adesso in Compagnia sembra impossibile sopravvivere senza manioca...). E' l'occasione per il regista di presentarmi Idris, un giovane curdo iracheno: "Questo è Idris, Lor. E' davvero un bravo attore, sai? Lo hai mai visto in qualche spettacolo?""No" confesso io."E come hai potuto vivere tua vita senza avere visto me in spetacolo?" interviene Idris."Davvero non lo so, Idris. Ne avrò l'occasione, spero""Certo. Se tu sei uomo sagio viene vedere me 17 di luglio a Bolonia""Non mancherò, Idris. Puoi star sicuro".La sera riesco a rubare solo un quarto d'ora alle prove per vederli all'opera. Sono le loro storie. Le loro vite. Il regista ha intrecciato i loro racconti ricavandone una piccola drammaturgia in cui l'italiano si mescola alle lingue più svariate. Quello che riesco ad afferrare è un  pugno allo stomaco.Bisogna avere rispetto, di questa gente.Tutto questo, domenica scorsa. La partita di oggi me la vedo a Chinatown. Che Il Grande Timoniere ci assista. p.s. delle 20.40: vacca boia che schifo. Ou, comunque è giusto tornare a casa quando si gioca così male. Fighetti viziati e strapagati con troppi tatuaggi del cazzo. Fanculo.