L'atrabilioso

REDS


"Questo è il sedicesimo anno che si fa. Ogni volta diciamo 'questa è l'ultima', poi tutti ci chiedono: ancora una! e allora, sai com'è..." mi dice la gentilissima padrona di casa, con quell'aria dolce e vagamente stralunata che è propria di tutti i componenti della famiglia.Si chiama Reds ed è nata a metà dei '90 "come una specie di Festa dell'Unità fatta in casa, il primo anno abbiamo messo i tavoli per una ventina di persone, l'anno scorso eravamo in 400", e nel corso del tempo ha attirato anche alcuni personaggi illustri ispirando un'Amaca di Michele Serra di qualche anno fa.La collocazione è ideale, nel cortile di un casolare di campagna ristrutturato, tra bandiere rosse, "falce e forchetta" (il simbolo post-ideologico di Reds), vino, salsicce e musica.Per noi è anche l'occasione di ritrovarsi tra amici che difficilmente si vedono durante l'anno. Tra gli altri rivedo Cipresso, con la solita aria malinconica. Poi c'è Gilberto, che dopo trent'anni d'Emilia non ha perso l'accento romano: "T'ho mai raccontato de quanno stavo a Lotta Continua? Ahò, ce stava pure Erri De Luca che era uno dei capi, me ricordo che ce portava er materiale pe' ffà a guerriglia urbana!". Poi naturalmente c'è Acume, con cui mi avventuro in una temeraria versione di "Anarchy in the U.K.", verso l'una di notte.Per ultimo saluto il giovane figlio della padrona di casa che è uno strano artista eclettico, un po' musicista e un po' clown (anni fa venne con noi in una tournée dove suonava in scena. Il primo giorno entrò nella sala per conoscere il regista pedalando un monociclo. Il mattino dopo era nel cast). Ha vissuto per anni in un camper, parcheggiandosi di qua e di là.Dice che si sta leccando le ferite per una storia d'amore finita. Lo dice e non smette di sorridere, e come sempre mi chiedo quale sia il suo segreto.Falce e forchetta a tutti voi.