L'atrabilioso

Horses


"Ma lei sa cavalcare? Badi che per questa cosa è importante""E' ovvio" risposi tronfio "L'equitazione è la mia più grande passione, fin da ragazzo"Non avevo mai visto un cavallo, naturalmente: ma volevo quel lavoro. Tutti bluffano ai provini, in una logica da morti di fame che ti fa dire: tanto non mi scelgono, e se poi mi scelgono, me la vedo io. Quando mi telefonarono per dirmi: "sei tu!" dopo un primo momento di felicità mi chiesi: e ora? La Bavacchina abbonda di frequentatori provenienti dalla campagna, anche proprietari di cavalli. Gec è uno di questi. Doveva esserci per forza, visto che il suo trattore John Deere - che lui usa spesso alla pari di un'utilitaria anche per muoversi in paese - era parcheggiato fuori. C'era."Senti Gec, ho un problema così e così, puoi aiutarmi, mi dai una lezione o due?""Niente da fare. Ho due cavalli ma sono indiavolati. L'altro giorno uno mi ha buttato giù e mi è saltato sopra, quel bastardo. Non fa per te"Mi sono immaginato con un cavallo di cinque quintali sulla schiena: "Forse hai ragione. E quindi?""Vai al maneggio qua vicino, gli spieghi la faccenda e ti fanno provare"Andai. Il proprietario mi accompagnò da quello che era il cavallo dei principianti assoluti:"Questo è Pìolo. Per girare a destra fai così, a sinistra così e per fermarlo così. E' buono, monta su" Montai e vidi che era straordinariamente facile. Pìolo doveva avere settant'anni o giù di lì, con una criniera color bianco sporco. Il proprietario aveva ragione, Pìolo era veramente tranquillo, muoveva il testone come a dire: ok, vado di qua, non tirare; oppure: ok, mi fermo, tranquillo.Quante arie si danno, quelli che vanno a cavallo, pensavo, ahah! E' di una facilità imbarazzante!Arrivato sul set convinto di stupire tutti con le mie abilità equestri, subito dopo il trucco mi presentarono il cavallo a me destinato, bianco, enorme:"Questo è tuo. Si chiama Decano. Fa dressage, è un po' tosto, ma tu sai cavalcare, giusto? Monta su."Pensai per una frazione di secondo a Pìolo, non senza nostalgia, poi la forza della disperazione mi trasformò per un attimo in una specie di Carla Fracci, alzai la gamba e montai in groppa. Da sopra avevo quasi le vertigini.Anche il Decano muoveva il testone, ma in su e in giù come a dire: adesso ce la vediamo, pivello. Frenai la tentazione di pregare.Il regista si avvicinò:"Ok, andiamo col primo ciak. All''Azione!' ti lanci al galoppo e poi ti fermi da quella siepe."Indossavo un paio di stivali con due speroni appuntiti lunghi così. All''Azione!' diedi un colpo sul costato e il Decano partì a velocità assolutamente folle. Non feci in tempo a raccomandare l'anima a Dio che fummo dalla siepe. Naturalmente non sapevo come frenare, e così diedi un forte strattone alle redini. Il Decano si fermò per poi rizzarsi sulle zampe posteriori con un lungo nitrito. Non so come riuscii a rimanere in groppa. Risistemai la feluca che aveva compiuto un quarto di giro sulla mia testa, guardai verso il regista e chiesi:"Come sono andato?"Lui non fece una piega. Prese in mano il megafono e urlò:"Chiamate lo stunt!"Dilettante, pensai. Non riconoscere a prima vista un fantino provetto.