Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
Date la colpa alla mia insonnia

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Messaggi di Dicembre 2020

 

La monotetta

Post n°444 pubblicato il 30 Dicembre 2020 da je_est_un_autre

In quel mondo del tempo che fu (per fortuna) in cui si faceva il militare, l'aperitivo di benvenuto era la famosa puntura vaccinante anti-tutto. Te la facevano sul petto con una siringa della lunghezza di un ferro da calza, dopo averti spennellato abbondantemente con una sostanza oleosa, probabilmente proveniente dalle cucine. Il risultato era che ti veniva su una tetta così. Ricordo il mio turbamento nel riconoscere che un pocolino mi piaceva; aveva l'unico difetto, diciamo, che era mia. Cosa ci fosse dentro il siringone non credo che nessuno se lo chiedesse veramente; l'unica certezza era il famoso, tristo bromuro che aveva l'unico scopo di non fartelo tirare per alcune settimane, nonostante i nostri vigorosi diciannove anni. E così, sotto il maglione pesante 8 chili (nonostante a Lecce alla fine di aprile si fosse già sopra i 30 gradi, ma le regole del militare quelle erano), nascondevamo tutti la nostra nuova monotetta, fino allo sgonfiamento, che ci fu, ma solo dopo un bel po'.
Ecco, dopo aver superato quella roba lì, cosa volete che sia, il vaccino anti covid-19?

 
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Spirito natalizio

Post n°443 pubblicato il 27 Dicembre 2020 da je_est_un_autre

Oggi il presepe della Mother ha preso vita, letteralmente. Stavo parlando con lei quando, con la coda dell'occhio, ho visto qualcosa che si muoveva là nel mezzo, e lì ho pensato: o sto sognando, o il quarto Magio ha fretta di arrivare alla capanna (fa sempre bella mostra di sè un quarto Magio, nero, nel presepe di mia madre). Invece no, era un pettirosso; ma mica una statuina, un pettirosso vero, col suo bel pettuccio dorato, e la testina con gli occhi vispi. Chissà com'era entrato e cosa ci faceva lì: forse stava familiarizzando coi pastori, o con le anatre dello stagno.
"Ehi, mà, c'è un pettirosso nel tuo presepe!"
"Ecco, um parìva bàin d'avair vést una scagazèda in cuséina! Véra la fnèstra, ch'al vaga vì!"
"Ma è solo un tenero pettirosso, mà"
"Và a caghèr al tenero pettirosso. Par furtòuna avìva cuért al brod"

Giusto per ricalibrare le priorità durante questi giorni di spirito natalizio.

 
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Lettere

Post n°442 pubblicato il 20 Dicembre 2020 da je_est_un_autre

Certe volte, la notte, non riuscendo a dormire, scrivo delle lettere. Non reali, nella mia testa. E' il privilegio degli insonni, potersi dedicare a passatempi come questo. Così ho scritto lettere anche molto lunghe alle persone più svariate: ad un allenatore di calcio, a mio padre, a vecchi amori dimenticati, a un certo uomo politico, a un compagno di scuola del tempo che fu, a chissà quanti altri. Non è che le scrivo davvero, quelle lettere. Le penso e basta. La mattina, come succede coi sogni, queste lettere svaniscono in fretta. Qualche volta ho anche provato a recuperarle, mi sono seduto al tavolino e ho cominciato a scriverle davvero. Ma non restavano che stralci, brandelli, parvenze di senso, frammenti di frasi. Spesso illeggibili, insignificanti. Leggendo, mi vergognavo. E così non le ho mai scritte. Il che è un bene.
Bisognerebbe rivalutarla, la tanto vituperata vergogna. Delle volte è un bene, che esista. Ce ne vorrebbe di più.


 
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Quattordici accidentatissimi mesi

Post n°441 pubblicato il 13 Dicembre 2020 da je_est_un_autre

Il corso più lungo nella storia della corsistica teatrale universale (circa quattordici mesi laddove di solito i corsi normali durano al massimo la metà) è quasi terminato ieri mattina, con delle pittoresche riprese in una piccola stazione ferroviaria - e dico quasi perchè manca la messa in onda del "film" che sostituirà il saggio sul palcoscenico.

Al di là del risultato (che sarà fantastico), mi sembra bellissimo che ieri questi ragazzi avessero ancora voglia di ridere insieme, giocando col teatro, col video, i costumi, davanti alle facce divertite di chi si trovava lì per caso, chi sui treni, chi in attesa sulla banchina.
C'era da capirli, questi spettatori casuali, pure io facevo fatica a stare serio.

E' alla fine di giornate così che penso ancora una volta: dobbiamo tenere botta, noi che facciamo questo lavoro, ne vale sempre la pena.

 

 
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E pensare che alla musica ci terrei anche

Post n°440 pubblicato il 06 Dicembre 2020 da je_est_un_autre

Io con questo fatto delle musiche idiote che ti entrano in testa mentre fai le cose non riesco a farci pace. Che poi a me si piantano nel cervello le più sceme di tutte: ho proprio talento, in questo.
Per dire, ultimamente, quando porto fuori il cane Spike, ho sempre in mente Tarzan boy. Cioè, Tarzan boy, non lo so se mi spiego.
Ve la ricorderete senz'altro, è una di quelle canzonette che erano in voga negli anni 80, le sentivi (troppo) magari giusto per un'estate, e poi (giustamente) morivano lì. O almeno così speravi. Invece no, voi non le sentivate più in giro ma è semplicemente perchè subdolamente si erano infilate nella mia testa, ibernate, per poi rispuntare, atroci come allora, quarant'anni dopo.
Con un curriculum di ascolti come pensavo di avere, ritovarsi nella nebbia insieme a Spike a rimasticare Tarzan boy è avvilente, quasi vergognoso. Davvero.
Cioè, adesso che sono monoemittentico (ascolto solo radio3) e stasera mandavano delle robe bellississime di Arvo Part, ho pensato, mentre mettevo il guinzaglio a Spike: stasera Arvo Part, altro che quella nefandezza. Macchè, una volta chiusa la porta dietro di me, nella testa ha ricominciato a girare Tarzan boy. Ma ditemi voi se è vita.

 
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