Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
Date la colpa alla mia insonnia

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Sì, esiste. Mi hanno detto di rivolgermi a un esorcista....
Inviato da: je_est_un_autre
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Inviato da: elyrav
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E io pure.
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Messaggi di Luglio 2023

 

La faticosa arte del riciclo

Post n°554 pubblicato il 20 Luglio 2023 da je_est_un_autre

Bisogna essere moderni. Per questo sono favorevole al riciclo, alla riparazione, all'aggiustare le cose (basta trovare qualcuno che sappia farlo): è una scelta più ecologica, anticonsumistica, giusta direi.
Quindi, quando mi si è rotta la cerniera dello zainetto, mica potevo andare a comprarne un altro.
"Ripariamo, aggiustiamo!" mi dicevo "per quanto liso, una volta riparato, il mio fido zainetto assolverà tutte le sue funzioni"!
Mi hanno consigliato un posto, sono andato in quel posto. E in quel posto mi hanno sparato un preventivo che ho rivalutato l'ipotesi consumistica; ma ormai ero lì, e poi su, ci vuole coerenza. Ho lasciato al negozio lo zainetto.
"Ci vediamo giovedì!" ha detto la titolare.
Per precauzione, ho chiamato giovedì prima di andare.
Mi sono presentato: "Buongiorno, sono quello dello zainetto".
"Buongiorno, signora, quale zainetto?"
Sono rimasto un zinzello interdetto. "...Ehm...sarei, cioè, signore, non signora. Comunque, fa lo stesso; sono quello dello zainetto nero. La tasca esterna, la lampo da riparare."
"Mh..." (Pausa) "...un momento...Non c'è."
"Come non c'è?"
"Eh...forse...devo intercettareee...la signora delle cerniere"
"Avete una signora delle cerniere? Comunque sia, la intercetti. Lo zainetto mi serve"
"Chiami domani, è meglio".
Ho chiamato il giorno dopo.
"Sono sempre quello dello zainetto"
"Ah, sì. Michela, giusto? Lo zainetto giallo!"
"Ma quale Michela, scusi! Mi chiamo Lorenzo, lo zainetto è nero!"
(Pausa)
"Non c'è"
"Ma come sarebbe a dire, non c'è!?"
"Non si preoccupi, gliene diamo uno in cambio. Sapesse quanta gente non ritira lo zainetto riparato!".
"Senta, voglio il mio, di zainetto"
"Ma c'è un Sansonait bellissimo! E' qui da anni, mi dispiace quasi darlo v..."
"Non mi interessa, voglio il mio!"
"Come vuole. Intercetto la signora e le faccio sapere"
"Eh, vabbè, stavolta la intecetti per davvero, però!"
Due giorni dopo, quasi perse le speranze, mi è arrivata una chiamata dai toni trionfanti:
"Trovato! E stavolta è il suo! Nero!":
"Meno male " ho risposto "Però posso solo giovedì pomeriggio e poi parto, e siete chiusi"
"Non si preoccupi" ha detto la titolare "lei bussi e io le apro, so che sarà lei, signora"
"...Sì, certo. Sarò io. Michela con lo zainetto giallo".
"Benissimo, a giovedì" Clic.

Una fatica, questa del riciclo.
Comunque è oggi. Voglio proprio vedere.
Vi tengo informati.
(Ah, a proposito, buone vacanze!)

 

 
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Mattina

Post n°553 pubblicato il 14 Luglio 2023 da je_est_un_autre

Si può tornare indietro? No, probabilmente no.
Si può tornare a quando leggevo più libri? A quando avevo più fantasia?
A quando mi bastava camminare su un sentiero per avvertire per un istante quel fremito sottopelle che era il presentire un mondo, l'eco di qualcosa che avevo forse vissuto e forse solo sognato, ma alla fine non importava perchè vivere quell'istante era ciò che contava?
Si può tornare indietro? A quando dalla finestra guardavo un muro scrostato, nell'umidità canicolare dei pomeriggi d'estate, e lì nel sale e nella polvere di quei muri, ci sentivo la storia?
No, probabilmente no. Sicuramente no.
Perchè, perchè si diventa ridicoli arbustelli rinsecchiti, piantati in mezzo alla terra spaccata dal sole, nel silenzio?

 
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Qualcuno che fa ridere

Post n°552 pubblicato il 02 Luglio 2023 da je_est_un_autre

Oggi, a pranzo, si parlava di persone che, per attitudine naturale, riescono sempre a farti ridere. Sono rare, quelle persone lì.
Ecco, per qualche ragione mi è venuto in mente uno che lavorava in ceramica con me venticinque anni fa, Fabrissio (sarebbe Fabrizio, ma i modenesi come Ferra, altro mio indimenticato collega storico, lo pronunciavano in quel modo). E insomma Fabrissio era uno così, riusciva a farti ridere con niente. Lavorava ai forni, e ricordo che spingeva i carri di piastrelle sui binari senza nascondere un'incontenibile voglia di essere altrove: "A fàmm un bel lavor ed mèrda", diceva, non a torto.
E bastava una parola, anche normale, ma con quella faccia lì, con quell'aria distaccata, ti faceva ridere.
Ricordo il giorno in cui gli dissi: mi licenzio, vado a fare del teatro. Lui, con quell'aria svagata, ci pensò un attimo, mi guardò e disse: "Mo làssa stèr". Era impossibile non ridere. Aveva del talento. Chissà che fine ha fatto, Fabrissio. Non vedeva l'ora di smetterla di spingere dei carri di piastrelle sui binari, spero abbia fatto altro. Parlava a volte di aprire un chiosco su un'isola tipo Canarie.
Ecco. Me lo immagino lì. Che serve un Caipiroska e fa ridere le ragazze in spiaggia.

 

 
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