Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
Date la colpa alla mia insonnia

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Kafkianamente

Post n°564 pubblicato il 10 Novembre 2023 da je_est_un_autre

Per qualche ragione faccio quasi sempre solo sogni in cui mi trovo in estrema difficoltà, in situazioni complicate e ansiogene. Anche se si tratta di sogni affollati di gente, l'unico incapace di cavarsela sono sempre solo io. Immagino sia una tipologia di sogno abbastanza diffusa, ma mi piacerebbe sapere cosa c'è sotto, e perchè a me succeda sempre così.
A suo tempo mi cimentai anche nella lettura non semplice de L'interpretazione dei sogni, ma al di là dell'apprezzamento per la magnifica arte scrittoria del vecchio Sigmund, io tra sogno latente, sogno manifesto, camuffamento dovuto al lavoro onirico e tutte quelle storie lì, ecco, mi perdevo e soprattutto trovavo impossibile l'autointerpretazione. Per di più mi dicono che il lavoro di Freud lo si ritiene ormai abbastanza superato. E non saprei dove altro guardare, per capire il sogno di stanotte. Comunque eccolo qua.

Mi richiamavano a fare il militare. Di nuovo a Trieste. Si dirà: è un sogno indotto dalla situazione mondiale. Può darsi, ma lì sembravano tutti tranquilli. Tranne me.
C'era un sacco di gente, conoscevo quasi tutti, gente della mia età soprattutto, uomini e donne. La promiscuità tra i sessi però sembrava non turbare nè interessare nessuno, anche perchè tutti avevano il loro bel daffare, una volta arrivati in caserma. Io non riuscivo neanche a trovare la mia camerata.
La caserma era molto diversa da quella vera in cui feci il mio militare, sembrava piuttosto una sterminata fortezza kafkiana, piena di scale e camerate e corridoi infiniti. Tutti trovavano il loro posto letto, io naturalmente no. Mi affacciavo sulla soglia delle camerate, consultavo l'elenco appeso alla porta ma il mio nome non c'era mai. Facevo su e giù nei vari piani, sempre più affannato, quando una specie di superiore, tranquillo, mi diceva: ma lei non deve stare qui, deve andare al distaccamento poco lontano.
Andavo al distaccamento poco lontano.
In macchina. Ma non trovavo parcheggio. Vi giuro, era impossibile parcheggiare, lì. E poi c'erano le striscie blu. Non potevo parcheggiare nelle striscie blu, per qualche ragione lo sentivo come un azzardo pericolosissimo. E così giravo e giravo, e si faceva sempre più tardi. Ad un certo punto mi fermavo di fianco a un capannello di ragazzi coi capelli lunghi, cui chiedevo: non siete militari, vero? Loro ridacchiavano commentando in una lingua tipo ungherese. Poi chiedevo se c'era un parcheggio che non fosse striscie blu, e uno biondo e riccioluto mi guardava con compatimento, indicando una strada più in là. Ricominciavo a girare, ed era quasi notte. E dappertutto, solo striscie blu. Sempre e solo striscie blu.
Poi dice che uno si sveglia stanco.

 
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Nuovi nomi

Post n°563 pubblicato il 24 Ottobre 2023 da je_est_un_autre

...e comunque ieri sera, dopo aver terminato la mia terza giornata sul set da canoista, mi sono fiondato ad iniziare un nuovo corso, dove tra gli altri c'era anche un mio vecchio allievo, un fedelissimo, Luca, romano di Roma, un simpatico burlone, che mi ha affibbiato immediatamente un soprannome che ho trovato sublime:
Er Pagaia.
Oh, son soddisfazioni.

 
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Ciak, si trema.

Post n°562 pubblicato il 17 Ottobre 2023 da je_est_un_autre
Foto di je_est_un_autre

Sono cominciate le riprese di Rheingold, un film in cui partecipo come attore, ma soprattutto come provetto canoista.
Le riprese di ieri e di oggi (martedì) si svolgono al Lago Brasimone (850 m.).
Naturalmente ieri (essendo Day One, ovvero il primo giorno di riprese) il clima ci è stato assolutamente amico, con un delizioso crollo termico avvenuto con stupefacente tempismo, dopo cinque mesi di temperature tropicali.
In foto, il provetto canoista un attimo prima di affrontare le increspate acque del lago.

 

 
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In canoa

Post n°561 pubblicato il 28 Settembre 2023 da je_est_un_autre

Ieri sono andato a lezione di canoa. Vorrei potervi dire che la canoa è il mio secondo sport preferito, ma non è così: le ragioni di questa mia prima (e credo ultima) volta sono squisitamente cinematografiche: una prova per arrivare a un primo ciak di un film che mi vedrà alle prese con la pagaia, non completamente vergine canoisticamente.
Ora, a mente fredda mi viene da dire che il mondo della canoa non ha scoperto un nuovo, tardivo talento, no; credo anzi che Fantozzi non avrebbe saputo fare di meglio.
Già la partenza è stata drammatica. Immaginate: tu sei sul pontile e la canoa è giù, semplicemente appoggiata al pontile stesso, non ormeggiata. Naturalmente, quando provi a mettere sulla canoa il primo piede, è matematico che la barchetta tenda a prendere il largo, mentre l'altro piede è ancora sulla terraferma. La forza della disperazione mi ha fatto fare una spaccata che neanche Carla Fracci, e non so come sono riuscito a non cadere in acqua e dopo svariati tentativi ce l'ho fatta a salire a bordo.
Da lì, puoi cominciare a pagaiare. Solo che tu pagai (in certi momenti anche forsennatamente), ma la canoa va comunque dove pare a lei. Solitamente ama insabbiarsi in certe secche, vicino alla riva. Oppure punta dritto verso la canoa della sventurata attrice che farà la scena con te, fino all'inevitabile incidente modello autoscontro. Oppure ancora, vista l'incapacità del vogatore, ad un certo punto decide di suicidarsi andando a sbattere contro dei massi che spuntano dall'acqua. Altre volte, inopinatamente e apparentemente senza motivo, comincia a girare su se stessa, e tu non puoi fare altro che goderti la giostra.
Solo in certi momenti la canoa sembra venire a patti con te, e docile docile asseconda le tue pagaiate: dura dai 5 ai 10 secondi ma ne intuisci la bellezza.
Dopo due ore di martirio, la lezione è finita con Carla Fracci in spaccata (sempre io) che risale sul pontile. Abbiamo ringraziato il gentilissimo istruttore, che ci ha salutati sorridendo, credo per il sollievo di vederci andare via.
Oggi sono fisicamente a pezzi. Ma credo che riuscirò comunque a raggiungere un divano per vedere la partita del Bologna. Perchè è chiaro, per me lo sport è tutto.

 

 
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Monsieur le Président

Post n°560 pubblicato il 20 Settembre 2023 da je_est_un_autre

La Mother ha un gatto nuovo. Al momento si chiama François Mitterrand.
Dico "al momento" perchè è talmente piccolo che il sesso è temporaneamente incerto.
Io l'ho visto solo per pochi minuti ma il nome mi è piaciuto subito, e lo trovo curiosamente azzeccato, anche se a ben guardare il miciotto non ha propriamente un'aria presidenziale: mostra piuttosto un'aria ribelle e vitale, ed un pizzettino minuscolissimo che lo fanno sembrare un piccolo moschettiere. Non a caso esiste già una fazione che vorrebbe ribattezzarlo D'Artagnan.
In ogni caso le tende di casa della Mother hanno già fatto conoscenza del nuovo arrivato, particolarmente appassionato di arrampicata.
E allora, benvenuto Monsieur le Président.

 
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