SalveminiCaulonia

“Cara” politica…quanto mi costi!


         Di Ilario AmmendoliaContinuo a ritenere la “Politica” come una delle attività più nobili del genere umano !  Occuparsi di politica significa una spiccata capacità di uscire dai propri egoismi e di solidarizzare con gli altri, capacità di ascoltare tutti, necessità di sincronizzarsi con la società.Spesso, soprattutto alle persone sensibili, la politica  entra nel sangue e diventa una delle principali ragioni di vita. Voglio fare un esempio molto lontano nel tempo, si pensi a Dante, capace di coniugare una eccezionale spiritualità  con un convinto impegno politico che lo portò all’esilio ed alla condanna a morte. Il suo incontro con Farinata , esponente della fazione ghibellina avversa al poeta fiorentino, è una pagina di straordinaria passione politica così forte da sconfiggere la morte ed essere indifferenti alle stesse pene dell’inferno. Infatti dinanzi alla sconfitta del suo “partito” Farinata afferma “…ciò mi tormenta più che questo letto” . In passato, anche nei nostri paesi,  vi furono militanti che affrontarono con dignità difficoltà di vario genere e finanche il carcere, il confino e la morte per testimoniare le loro convinzioni. La militanza politica, soprattutto per chi sceglieva l’opposizione al potere ed ai potenti, significava una vita piena di sacrifici e di aspre lotte che si sopportavano nella convinzione che ciò fosse necessario per la costruzione d’un “mondo migliore”.Oggi v’è uno stuolo infinito di politici di professione. Non più il professionista, l’operaio, l’impiegato, l’artigiano che dedica una parte del suo tempo libero alla politica ma gente che vive ed accumula privilegi grazie ad una confuso  quanto inutile affaccendarsi nella sfera pubblica.Non voglio assolutamente scadere nel qualunquismo e tuttavia dobbiamo constatare con amarezza che la nuova “politica” opera un drenaggio di risorse dai ceti produttivi alle caste parassitarie e, cosa molto più grave, un drenaggio di democrazia dal popolo a piccole minoranze organizzate.Senza fare moralismo considero la degenerazione in corso una autentica minaccia per la democrazia, uno sfregio alla Costituzione ed un insopportabile peso per la gente che lavora.Ormai il ceto politico,  è scisso dalla gente, anzi ha bisogno di vivere in palazzi sempre più chiusi e schermati per non rendere conto della propria inutilità. I partiti sono stati scientificamente resi aridi, privati da ogni capacità di imprimere una spinta propulsiva alla società circostante, svuotati da ogni ideale, occupati dagli stati maggiori dei politici di professione, e resi sostanzialmente uguali. Lo sfarzo, senza ritegno, ostentato nei “palazzi” grandi e piccoli serve a marcare la distanza dalla gente comune.Non vorrei esagerare ma intravedo all’orizzonte un “ partito unico dei politici” che apparentemente si divide in tante distinte formazioni ma sostanzialmente è portatore degli stessi interessi. La mitizzazione del leader è funzionale ad un disegno di trasformazione d’una democrazia reale e partecipata (per come voluta dalla nostra Costituzione) in una “democrazia” apparente e plastificata, scandita da noiosi confronti televisivi.Osservate la costosissima delegazione dei parlamentari calabresi (  non più scelti dalla gente ma nominati dai partiti) e cercate di intravedere nel loro operato  qualche tenue indizio d’un “progetto Calabria” da realizzare-pur da posizioni distinte- con proposte di legge, interventi in aula, atti parlamentari. Non troverete la più tenue traccia! Così l’antimafia di facciata serve a coprire una diffusa e grave incapacità ed è grave il fatto che a nessuno venga in mente che il fenomeno mafioso si coniuga e si legittima con la degenerazione della politica. La stessa “questione meridionale” è stata rimossa dal dibattito nazionale e relegata nella ricerca storica piuttosto che nell’attualità politica. Non credo  che bisogna criminalizzare qualcuno, perché non è questione di persone.Molti parlamentari hanno finito di militare nel partito che li aveva eletti lo stesso giorno in cui non sono stati riconfermati nell’incarico, mentre esponenti di primo piano di vari partiti hanno cambiato formazione nel tentativo di conservare la propria postazione !Un tempo la Politica viveva immersa nella società e si nutriva delle speranze e dei problemi della gente. Nei nostri paesi gli scontri nascevano sui progetti di vallata, sulla gestione del territorio, sull’organizzazione della società, sulla ripartizione delle ricchezze, sui modelli , spesso utopistici,che ognuno aveva in mente. Oggi, quasi ad ogni livello, i politici vivono una vita a parte e  si muovono nelle mera gestione e pura conservazione del potere come i pesci nell’acqua. Intanto i nostri ospedali diventano sempre più degradati, i tribunali sempre più inutili, le strade e la ferrovia impraticabili, la produzione scende a livelli sempre più bassi. Qualcuno diceva che nella notte tutti i gatti sono neri ed è vero perché Loiero sembra Chiaravalloti, il presidente della Provincia Morabito somiglia a molti dei suoi predecessori di parte”avversa”, Adamo fa rima con Abramo ed, in questa ottica, i politici, a fitte schiere, si muovono alla costante ricerca di nuovo potere.Da LA Riviera del 19.02.07