Ci sono molti modi

Inevitabile tumulare tutto. Semmai appiccare il fuoco nerone di roghi di morte. Doloroso e inevitabile. Ma per me la scrittura è qualcosa di più che una vetrina per esibirmi, uno spazio di visibilità, una riserva di caccia. Per me la scrittura è qualcosa di più che una vocazione. E' vita. Di più. E' religione. Fede assoluta. E' la mia stessa carne, il mio stesso sangue. Non c'è attività che non compia, anche solo abbandonarmi ai piaceri molli del cesso, che non mi solleciti retropensieri, e poi parole, e poi storie possibili da raccontarmi e raccontare. In realtà scrivo anche quando faccio altro. Anche quando sollevo carichi enormi nelle fatiche di allenamenti spartani (porto con me sempre carta e penna in palestra). Anche quando spingo il piede sul selciato dei miei vagabondaggi in cerca di visioni. Anche quando galleggio nel niente allucinato di giorni come questa domenica, in cui la tastiera langue, ma è come un fermentare silenzioso di parole laviche pronte ad esplodere. Coltivare un blog mi è sembrato più volte il modo più improprio e volgare (perdonami questo sfogo) per rendere onore al mio amore per la scrittura. Anche perché la voglia di comunicare, passare, raccontare, è come contaminata, tarpata da una subdola e sporca rivalità che anima molti bloggers e che serpeggia inarrestabile e perversa. Ho incrociato molte forme di divismo. Molte signore in odore di frustrazione e con pretese intellettualoidi. Recintare i propri spazi è quasi impossibile. Qui. Si entra in un contesto del quale non può che accettarsi a fortiori le dinamiche, le sottili derive. Con il rischio non trascurabile di scrivere senza protezioni, senza garanzie di tutela. Mi è stato consigliato da amici di proteggermi adeguandomi al format e riempendo gli spazi con messaggi stralci in forma di appunti di diario. Ma io avevo voglia di raccontare. Non di me. Ma del mondo che sento palpitare accanto. Che sento piangere e godere accanto. Sapendo bene di aver scelto il posto sbagliato. Perché non è davvero uno spazio anonimo virtuale la casa della penna, la casa della scrittura. Così il mio blog è morto. Ancora una volta. Ma la fronte ha febbre di nuove e sempre più vivide e lucidi visioni. E a chi avrà un domani voglia di leggermi davvero dedicherò ogni ora e minuto dei miei dolcissimi e dolorosissimi deliri creativi. Bacio tenerissimo...Rossana

oh cazzo! questo si che è un commento con le PALLE a mongolfiera! Non ho capito nulla, ma il commento è al bacio!

Non mi meraviglia, caro E., che la tua povera rete neuronale sia andata in cortocircuito. Per te è già surmenage formulare un pensiero semplicesemplice del tipo: e mò se deve davvero scopà? Le tue normali attività cerebrali sembrano non andare al di là di simulazione di lavoro, libera caccia in chat, tentativi falliti di reality, e ritorni inevitabili dentro il culo di tua moglie. Salut!

hahahah sei fantastica!!!Lili...

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