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Una sera a teatro

Post n°104 pubblicato il 15 Gennaio 2009 da ciucoweb

Ciucoweb: qualche giorno fa ero in giro per le strade della mia città e vedo affissa una locandina di uno spettacolo teatrale, e ormai ovunque ci sia la parola Asino attira la mia attenzione, si perchè era la locandina della favola di Amore e Psiche tratta da "L'Asino d'oro" di Apuleio... spettacolo con Beppe Barra e Andrè De La Roche... e mi sono detto devo andare a vederlo... anche se questa parte ha poco a che vedere con l'asino! Detto fatto! E' stata una bella rappresentazione tra narrazione, recitazione e balletto alternati tra loro; il tempo è trascorso velocemente e poi che dire quando è apparso Andrè De La Roche con un bel paio di orecchie da Asino.........

LA FAVOLA DI AMORE E PSICHE

“C’era una volta un re ed una regina che avevano tre figlie bellissime” così inizia la Favola di Amore e Psiche, centro, anzi cuore del romanzo l’Asino d’oro di Apuleio. E l’inizio è proprio l’inizio di tutte le Favole e si può ben dire che questa sia l’archetipo di tante fiabe moderne…in un certo senso, la favola delle favole.

“L’Asino d’oro” è uno dei due grandi romanzi “moderni” dell’antichità romana (e non solo) insieme al “Satyricon” di Petronio, e non a caso, dopo aver affrontato lo scorso anno il Satyricon, ora mi impegno nella messa in scena dell’Asino d’oro (conosciuto anche col titolo di Metamorfosi). E così come per il Satyricon mi ero concentrato sull’episodio della Cena di Trimalcione, per l’asino, non ho preso l’intero romanzo ma la sua parte centrale, senz’altro la più bella, poetica e suggestiva, “la favola di Amore e Psiche”.

Psiche era bellissima, talmente bella da suscitare invidia addirittura in Venere che irata dall’esistenza di una mortale che adombrava la sua bellezza decide di punirla, eliminarla, facendola innamorare di una qualche mostruosità, ed invia Cupido-Amore per farla trafiggere con un dardo di passione nei confronti di quanto di peggio si potesse trovare, uomo o animale. Ma Amore, alla vista di Psiche se ne innamora, e la salva da rovina e morte, portandola in un suo castello fatato, dove la notte la ama senza farsi mai vedere in volto. Le due sorelle vengono invitate al castello da Psiche ed invidiose preparano un piano per rovinare la sorella rimasta nel frattempo incinta del suo amante misterioso. “E’ un mostro, una bestia, tua sorella, per salvarti, lo devi uccidere, mentre lui dorme di notte, dopo l’amore.” La giovane ci crede, si prepara al delitto, poi vede il vero volto del suo amato, ed il pugnale cade dalla mano, ma per punizione perde tutto mentre Venere ancora la cerca per eliminarla. Dopo una serie di avventure d’espiazione, compresa la discesa agli inferi, l’amore trionferà. Come dicevo l’opera di Apuleio, originario di Madaura, in Africa, è stata ispirazione di tantissime favole moderne, da “La Bella e la Bestia” a “Biancaneve” a “Cenerentola”, passando attraverso grandi capolavori letterari, per citarne uno solo, il “Sogno di una notte di mezz’estate” di Shakespeare. E la morale, se una morale si vuol trovare, dietro un velo di happy end decadente, è inquietante, o perlomeno fa riflettere: Se vuoi essere felice, anima mia, non voler sapere com’è fatto il tuo amore.

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