Amina Narimi

Duduk...un ricamo


Nel sogno la quercia dava intornoghirlande colore di brina ,altre brunepiccole come farfalle rareGli innamorati ponevanosotto un lenzuolo chiaro di lino ebraicocinque volte al giornoquando il muezzin strappavail richiamonel suo finireil silenzioche le preghiere iniziavaé allora che lasciava cadere i suoi frutti Si mischiavanoa quando a quando ,si univano Allora erano sposiC'era un suono per ogni dono ..come un ricamouna fila di 8 buchi dalla voce umana ,capace di commuovereuno strumento diverso,una pipa d'albicoccail duduk...pruno armeno che morbido tremaVibrava nell'aria a un tempo soffriva primitivo suono, un balbettio,il verso del sostare fino a quando moriva a rinascere poi, in fiato lungo si diffondeva, come una messamentre le ghiande leggere toccavano terradove gli occhi si fanno pieni di spaziancor prima che le parole arrivino fuori le muraNel Lunedì dell'AngeloResto lì e so di essere chissà dove