Amina Narimi

Come un dolore perfetto


Ho allungato la strada di casaper fare minore la nottefin su alla Rocca di Badolo,dalla mia quercia, a toccarese trattiene ancora il calore del giornoVedessi che bella che ècon le punte illuminatenon sai dove finiscono i ramied hanno inizio le stelle. Sono scesa dall’auto sfilando via la giaccapungeva l’aria pochi passi..poi non più
tutta la schiena era contro, dentro di Leiche chiedeva: “Come va con il dolore, l’anima?” Come poggiare all’orecchio una conchigliase spingi forte la schiena contro la quercia di Badolopuoi sentire addosso la carne di tutto il cielo di Herat e le stelleti vengono contro senza dolore. Non so dire di più,ma non è meno di così. chi ami, se solo sapessea che ora una quercia preme a quel modo la schienase aprisse a quell’ora ognivolta  i palmi delle sue manitroverebbe parole indicibili e chiaro negli occhi. incessanteun taglio.un dito dopo l’altro. sulle mani“ ti amo”. come un dolore perfetto.Quanti calici di parole ancoravergini troverannonelle tracce degli anelliche non sono stateproferite. Com’è forte la carnedov’è debole l’animanella foresta sacra!