Amina Narimi

Diversamente pelle e congiunzione


È un centro così forte che colpiscel’incomparabile incertezza, un Dio futurodi tutte le forme, un bosco un tempioil vento, vivo in assenza della pelledi volta in volta con un gesto delicatodove mi abbracci fuori  mi sei dentrociò che il corpo dice,  se lo sfioro-come faccio con la luce intorno gli alberi-una lacrima sale verso il viso ecoincide con il tempo dei pensieridove il Tempo è fermo a immaginare“dove stiamo ora?” – Al centro. Le domandesono i  brevi movimenti della pelle” E tu?”- ed io, se dici unaparola lunga, se mi accarezzi ,se la terrai vicina alle tue manile farai sentire il tuo piacere sentirà ;tra  quello che puoi dare e che potrestie quanto la distanza sia rispettoa loro, non ci salva che l’a_ more-quel più di ogni giorno che rinnovi-per quel sentiero che rasenta l’assolutomiele eleusino di api trasparentiche discendono la soglia. delle Rosela forma che fa pieno il vuoto è l’estasinel Centro della vita, è la rugiadaspoliazione e  sposa,nel tragitto silenzioso verso il sole,di un fiume in piena luce sul tuo viso,che distilla nella sete il desiderioche fluisce senza fine in altre acque,nel seno della voce, è un golfo sacrodiversamente pelle e congiunzione.Dicono che il mare accoglie il marecosì dai nostri sensi custoditi-nel graduale che ci spoglia fino al salmo-giungendo dentro un fiore la radiceè il centro che dilata dove crescidove entri con a more e ribes bianco 
 sfiorami i tuoi occhi, se lo puoi,dì loro che li amo in quel che “vedo“,non per quel che so dietro la schiena,dove avviene il gesto in fine seraaspetta  solo San Nicola l’oradella neve per danzare con gli amiciuna donna e poi quell’altra ancorapiù in alto siede, dov’è l’oscuritàche senza mani e volto ci risponde,nel reciproco sfiorarsi  nelle roseche piano si avvicinano all’interno.
                                    Opere di Emilio Merlina