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Bankitalia: uomini e donne ancora disparità nel campo lavorativo.


Non è molto incoraggiante quanto è emerso nel corso del convegno 'Verso la Parità: le donne nelle carriere pubbliche', incontro cui ha preso parte il vicedirettore generale della Banca d'Italia, Anna Maria Tarantola. Secondo quanto riportato nel discorso dalla stessa Tarantola e ripreso da Virgilio notizie, il tasso di occupazione femminile resta contenuto: poco più del 46% nel 2009, 22 punti percentuali in meno degli uomini con situazioni peggiori nel Sud e per le giovani donne. "Siamo lontani dagli obiettivi di Lisbona", sottolinea Tarantola, annunciando che "il tema dell'occupazione femminile nelle sue varie sfaccettature è oggetto di un progetto di ricerca da poco avviato da Servizio Studi della Banca d'Italia" - "una costante attenzione alla gestione e alla valorizzazione delle differenze può fornire un contributo significativo alla crescita, che è ciò di cui abbiamo bisogno".L'articolo continua. Le donne, ha inoltra spiegato la valida manager, vivono sia una 'segregazione orizzontale' sia 'verticale'. Nel primo caso continuano a essere occupate prevalentemente in attività a bassa remunerazione e con tipologie contrattuali meno favorevoli: nel 2009 il 14,6% delle donne era occupato in lavoro atipico, contro il 9,2 degli uomini; per le donne la probabilità di essere irregolari è di 3-4 punti più alta che per gli uomini. Nel secondo caso, solo il 14% dei componenti dei cda è rappresentato da donne (con una quota decrescente al crescere delle dimensioni d'impresa). Tra le società quotate la presenza è ancora inferiore: nel 2008 la quota di consiglieri donna era del 5,8% (in crescita costante ma sempre molto contenuta); scarse sono le posizioni apicali ricoperte da donne in tutti i settori, magistratura, università, ospedali, ecc. Il divario diventa "particolarmente significativo" nel sistema finanziario. Nelle banche le donne, a fronte di una quota pari al 38% tra i dipendenti, rappresentano solo il 6% negli organi amministrativi, di controllo ed esecutivi erano il 2% nel 1995), con quote appena più alte (rispettivamente l'8 e il 9%) per le Bcc e le banche estere.Fonte: notizie.virgilio.it