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> Vetrina Virtuale: I Nostri Autori, Scrittori e Poeti a confronto.   LA RAPPRESENTAZIONE DEL NON VISIBILE NELLA POETICA CUBISTA.Di Mariarosaria SalernoArdua impresa far comprendere in modo chiaro e sintetico la poetica cubista nella sua essenza più primitiva, quella dell’idea geniale, che portò Picasso a proporre un nuovo modo di rappresentare la realtà, cambiando radicalmente lo status dell‘opera d‘arte, secondo il quale il quadro cessa di essere rappresentazione, ma è realtà esistente (Argan).Fare cubismo vuol dire rappresentare l’oggetto in tutta la sua interezza, anche le parti non visibili dalla prospettiva ottica, ma che comunque la mente conosce, perché fruite in momenti precedenti.La rappresentazione cubista, pertanto annulla lo spazio prospetticamente visibile ed anche il tempo, a favore di una rappresentazione completa, totalitaria, universale, che considera simultaneamente l’oggetto da tutti i lati esterni ed anche dall’interno, sezionandolo ed impadronendosi della struttura intima.Per ottenere questa visione simultanea, presa da più punti di vista, basta proiettare le parti dell’oggetto da rappresentare, non visibili all’occhio umano, sulle superfici visibili, tramite semplici proiezioni ortogonali, operando spesso accostamenti o sovrapposizioni, che inevitabilmente deformano la struttura originaria per come noi la conosciamo.Nel momento in cui l’artista crea un’opera cubista, non si lascia guidare dalla visione oculare dell’occhio fisico, che in quel momento ha una visione parziale dell’oggetto, ma dall’occhio della mente, che in precedenti esperienze ha conosciuto tutto l’oggetto e ne ha immagazzinato l’essenza nella sua totalità.Le contraddizioni, se ve ne sono, tra visibile e non visibile vengono risolte dialetticamente.Di conseguenza avremo vari tipi di cubismo, a seconda di come l’artista proietta il non visibile sul visibile: se assembla le varie parti dell’oggetto in modo esemplificato avremo il cubismo analitico, se invece opera delle sovrapposizioni il cubismo sarà di tipo sintetico, se poi applicherà regole rigorose saremo nel cubismo scientifico, ma sicuramente il massimo della poetica del non visibile, la riscontriamo con il cubismo orfico. In questo caso siamo nel mondo della fantasia, del non reale, del concreto mentale, perché solo a livello di mente e di sensi esiste quella realtà, che non è realtà onirica, cioè fruibile solo con i sogni, come per i surrealisti, bensì realtà orfica, immaginaria, costruita nei meandri della mente, sul gioco disinteressato del pensiero.Pertanto la rappresentazione del non visibile nella poetica cubista si esprime attraverso stadi evolutivi: lo spazio non è nulla di incerto, di illusorio o di allusivo, come afferma Argan, vi sono dimensioni certe, che sono l’altezza e la larghezza, esprimibili con l’orizzontale e il verticale, solo la terza dimensione è allusiva, ed apre le vie alle reazioni emotive, all’intervento dell’immaginazione, della memoria del sentimento.La realtà orfica quindi non deve essere fruita solo a livello fisico, per essere compresa, deve essere emozionalmente sentita a livello sensibile, perché vi sono percorsi di collegamento tra il giardino delle meraviglie mentali e lo spazio costruito artificialmente, espressi con un clima di magia e di mistero, che non si può certo paragonare al gusto manierista, ma che affonda l’essenza nell’armonia ancestrale della natura.Spesso nelle mostre ascolto commenti del tipo: ma questi artisti cubisti creano opere deformate, strabiche, che mente hanno? Devono essere tutti pazzi!In fondo, tutti i geni sono pazzi, ma non tutti i pazzi sono geni, bisogna avere la capacità di riconoscerli e di comprenderli.Dei pazzi pazzi possiamo fare a meno, ma i pazzi geni sono coloro i quali hanno la capacità di portarti all’inferno, di farti visitare virtualmente il purgatorio o il paradiso, come Dante Alighieri, oppure di provare a farti volare come Leonardo, o di portarti in giro per l’Universo come Yuri Gagarin.L’artista cubista ha la capacità di condurti all’estremità dell’Universo, di farti viaggiare ad una velocità superiore a quella della luce, perché nel giro di pochi secondi, con la sua mente, si trova in altre galassie ed pronto, con la sua arte, a farti assaporare e fruire la nuova realtà, una realtà superiore, nata dalla ricerca di dimensioni superiori, espressione di equilibrio formale e di armonia interiore.L’artista cubista viaggia virtualmente nello spazio, il più libero, il più infinito e sconfinato, e nel tempo, perché in realtà vive fuori dal tempo.E’ colui che vive più vicino a Dio e che tende ad imitarlo nella creazione delle sue opere.Dio è l’entità suprema, che plasmando della creta a immagine umana, alitando sopra , infuse la vita, che si espresse simultaneamente con il battito del cuore, con l’attività della mente e dell’anima.Quando l’artista cubista utilizza l’attività mentale, per muoversi virtualmente nell’universo, utilizza la massima entità umana, quella che deriva direttamente dall’alito divino.La mente ha la capacità di riempire il vuoto cosmico, creando realtà parallele, riesce a scomporre e ricomporre la natura molecolare, a frammentare l’atomo e riassemblarlo in aggregazioni diversificate, rendendo visibile l’invisibile e viceversa.La mente, attraverso la fantasia e l’immaginazione, è capace di penetrare nei misteri più criptici dell’universo, di utilizzare le leggi della materia per la non materia, dove l’invisibile diviene realtà concreta, tangibile, fruibile, attraverso le opere d’arte.E se come afferma l’archeologo francese Louis Renè Nougier il processo artistico è tale quando nella sua realizzazione persegue un piacere di natura estetica, espressa attraverso un codice condiviso, quindi leggibile dal fruitore, la tela diventa quasi lo specchio del sentimento, delle emozioni del creatore, il luogo rievocatore della coscienza umana, nel quale il caos diviene lucidità.Questo percorso primordiale, dal fascino ancestrale e arcano tende ad una dimensione che abbraccia tutto l’universo, tutta la componente materica che tende all’infinito.Chi utilizza questo percorso, di natura esoterica, è sicuramente un iniziato all’arte, intesa nella forma più pura, assoluta e universale.L’artista che arriva a questo stadio, ha la capacità di appropriarsi della materia fusa allo stato incandescente, plasmandola in forme materiche; riesce ad isolare il brodo primordiale, rendendone fertile la procreazione delle opere d’arte; può sprigionare l‘incontenibile forza dei vulcani, sviscerando pensieri, emozioni e sentimenti.Colui che viaggia con la propria mente visita non solo il mondo e l’universo, ma tutte le realtà parallele, perché le profondità abissali del pensiero umano celano atolli di incontenibile bellezza, anfratti di splendidi misteri, che si esprimono col dinamismo dell’intelligenza, con la partecipazione critica, con il delirio dell’interpretazione, doti che permettono di penetrare in dimensioni inusuali e di indagare nel mondo soprasensibile, dove la forte immaginazione e la potenza emotiva definiscono la realtà poetica.Poetica che deriva direttamente dalle potenzialità mentali, dai voli intergalattici ai confini dello spazio, del tempo e dell’universo che riesce a compiere, condensando nel cips del proprio computer mentale l’infinito.E allora ogni tanto smettiamola di guardare le cose che ci circondano con gli occhi del corpo, ma proviamo a guardare con gli occhi della mente, del cuore, dei sensi, dell’anima per scoprire il visibile ed anche l’invisibile.